Prima domenica di quaresima
LETTURE: Dt 26,4-10; Sal 90; Rm 10.8-13; Lc 4,1-13
Vangelo Lc 4,1-13
In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”».
Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.
Commento 6 marzo 2022
Avevo sognato questi giorni come l’avvicinarsi della primavera, non solo metereologica, ma anche per la vita del mondo con la prospettiva di una imminente uscita dal tunnel della pandemia, un tunnel lungo due anni che aveva chiuso nella paura le nostre vite. Eppure questi giorni ci hanno portato un incubo ancora peggiore, quello di una guerra devastante nel cuore dell’Europa; non dimentico le numerose guerre che hanno segnato il nostro mondo da sempre ed in questi anni in particolare, ma quella di oggi ci rende inquieti sulle prospettive che si trova di fronte il nostro mondo malato. Non più un virus invisibile quanto tremendo, ma la guerra con annessi tutti gli incubi nucleari che hanno segnato la mia giovinezza fino a quel giorno di aprile, il 26 credo, del 1986 quando esplose uno dei reattori di Chernobyl, sempre in Ucraina. Quel disastro aprì gli occhi del mondo su quanto una guerra nucleare avrebbe potuto essere letale non solo per chi la subiva, ma anche per gli eventuali vincitori.
“Vi sono due vie, una della vita, e l’altra della morte”, leggiamo nella Didachè, uno dei primi scritti cristiani: come Gesù nel deserto, oggi ed ogni giorno, siamo tutti posti davanti alla fatica difficile ma liberante di scegliere tra la vita e la morte, tra Dio e la ricchezza, tra ciò che rende la nostra vita più umana e ciò che invece ci fa ritornare al disumano. In questo deserto, in questo tempo segnato dalla pandemia e dalla guerra, siamo invitati a lasciarci guidare dallo Spirito. Nella Bibbia il deserto non è luogo geografico, ma soprattutto luogo teologico dove l’uomo riscopre sé stesso nelle difficoltà che incontra, ma soprattutto riesce a sperimentare ciò che gli è più essenziale ovvero l’amore provvidente di Dio. Lasciarsi condurre nel deserto è allora aprire il proprio cuore alla voce di Dio. Così in questo nostro deserto siamo condotti dallo Spirito e accompagnati da Gesù, che ha voluto condividere fino in fondo il deserto della vita di ogni uomo e ci chiama a vivere la nostra vita nella disponibilità verso Dio.
Nel racconto delle tentazioni Luca formula una parabola della vita umana, vi sono tracciate le relazioni fondamentali di ogni uomo: ognuno è tentato verso sé stesso per risolvere solo i propri bisogni, riducendo i suoi sogni a pane, a denaro; ognuno è tentato verso gli altri, scegliendo tra il potere e il servizio come suo stile di vita; ognuno è tentato verso Dio, che voglio a mia disposizione, bancomat dei miracoli, pronto a risolvermi i problemi.
Le tentazioni non si evitano, si attraversano e vivere tra le tentazioni è, in realtà fare ordine nella propria vita avendo chiara una scala di valori secondo la quale scegliere: questa è la quaresima, questa è la vita!
Il vangelo di oggi diventa così una sorta di vaccino contro il virus del male: in Gesù troviamo la forza e il modello di resistenza alle tentazioni che ognuno di noi sperimenta nella sua vita.
Di fronte alla tentazione del pane, alla tentazione dell’interesse personale, quella cioè di sfruttare le nostre capacità unicamente per noi stessi abbassandoci a soddisfare i nostri bisogni, la risposta che ci fornisce Gesù sta nel vivere alla luce della Parola (“Sta scritto”), poiché tra le pietre ed il pane c’è qualcosa di più grande. Il pane è buono, è indispensabile, eppure contano di più altre cose: gli affetti, le relazioni, l’eterno che è in noi. Ciò che ci fa vivere è la nostra fame di bellezza, di amore, di gioia; una fame saziata solo da ogni parola d’amore pronunciata da Dio per me!
La seconda tentazione è una sfida aperta a Dio, è avere un Dio a nostro uso e consumo; quello che a prima vista sembrerebbe il più alto atto di fede “Buttati giù, manderà un suo angelo!”, ne diventa, invece, la caricatura, una pura ricerca del proprio vantaggio. Quando invece di angeli la nostra vita è in balia della malattia, della guerra, del fallimento, della morte, tutti ci domandiamo: perché Dio non interviene? Così non siamo più alla ricerca di Colui che dona, ma solo dei doni e dei vantaggi, cerchiamo un Dio al nostro servizio, cerchiamo il Dio dei miracoli che agisca al posto mio invece che insieme con me, forza che mi sostiene, luce che illumina il mio cammino.
La tentazione del potere è quella più antica e radicale, nasce dal desiderio di comandare, di decidere, di arrivare più in alto. La strada verso tutto questo è una sola: entrare nella logica del possesso e dell’egoismo; prostrarci ad adorare la logica diabolica di questo mondo dove uno vale se famoso, se bello, se ricco, se bianco, se italiano…
Ci sono due vie e sono chiamato ogni giorno a scegliere tra la logica del potere, della guerra e dell’oppressione dove l’altro diventa strumento per i miei scopi e la logica del servizio e dell’amore dove riconosco l’altro come mio fratello.
Solo attraverso una assidua frequenza ed ascolto della parola di Dio, solo vivendo pienamente da donne e uomini in cammino verso il Regno, possiamo cogliere come restare fedeli a quel progetto d’amore che Dio ha pensato per noi fin dall’origine del mondo!
“Vi sono due vie, una della vita, e l’altra della morte”, leggiamo nella Didachè, uno dei primi scritti cristiani: come Gesù nel deserto, oggi ed ogni giorno, siamo tutti posti davanti alla fatica difficile ma liberante di scegliere tra la vita e la morte, tra Dio e la ricchezza, tra ciò che rende la nostra vita più umana e ciò che invece ci fa ritornare al disumano. In questo deserto, in questo tempo segnato dalla pandemia e dalla guerra, siamo invitati a lasciarci guidare dallo Spirito. Nella Bibbia il deserto non è luogo geografico, ma soprattutto luogo teologico dove l’uomo riscopre sé stesso nelle difficoltà che incontra, ma soprattutto riesce a sperimentare ciò che gli è più essenziale ovvero l’amore provvidente di Dio. Lasciarsi condurre nel deserto è allora aprire il proprio cuore alla voce di Dio. Così in questo nostro deserto siamo condotti dallo Spirito e accompagnati da Gesù, che ha voluto condividere fino in fondo il deserto della vita di ogni uomo e ci chiama a vivere la nostra vita nella disponibilità verso Dio.
Nel racconto delle tentazioni Luca formula una parabola della vita umana, vi sono tracciate le relazioni fondamentali di ogni uomo: ognuno è tentato verso sé stesso per risolvere solo i propri bisogni, riducendo i suoi sogni a pane, a denaro; ognuno è tentato verso gli altri, scegliendo tra il potere e il servizio come suo stile di vita; ognuno è tentato verso Dio, che voglio a mia disposizione, bancomat dei miracoli, pronto a risolvermi i problemi.
Le tentazioni non si evitano, si attraversano e vivere tra le tentazioni è, in realtà fare ordine nella propria vita avendo chiara una scala di valori secondo la quale scegliere: questa è la quaresima, questa è la vita!
Il vangelo di oggi diventa così una sorta di vaccino contro il virus del male: in Gesù troviamo la forza e il modello di resistenza alle tentazioni che ognuno di noi sperimenta nella sua vita.
Di fronte alla tentazione del pane, alla tentazione dell’interesse personale, quella cioè di sfruttare le nostre capacità unicamente per noi stessi abbassandoci a soddisfare i nostri bisogni, la risposta che ci fornisce Gesù sta nel vivere alla luce della Parola (“Sta scritto”), poiché tra le pietre ed il pane c’è qualcosa di più grande. Il pane è buono, è indispensabile, eppure contano di più altre cose: gli affetti, le relazioni, l’eterno che è in noi. Ciò che ci fa vivere è la nostra fame di bellezza, di amore, di gioia; una fame saziata solo da ogni parola d’amore pronunciata da Dio per me!
La seconda tentazione è una sfida aperta a Dio, è avere un Dio a nostro uso e consumo; quello che a prima vista sembrerebbe il più alto atto di fede “Buttati giù, manderà un suo angelo!”, ne diventa, invece, la caricatura, una pura ricerca del proprio vantaggio. Quando invece di angeli la nostra vita è in balia della malattia, della guerra, del fallimento, della morte, tutti ci domandiamo: perché Dio non interviene? Così non siamo più alla ricerca di Colui che dona, ma solo dei doni e dei vantaggi, cerchiamo un Dio al nostro servizio, cerchiamo il Dio dei miracoli che agisca al posto mio invece che insieme con me, forza che mi sostiene, luce che illumina il mio cammino.
La tentazione del potere è quella più antica e radicale, nasce dal desiderio di comandare, di decidere, di arrivare più in alto. La strada verso tutto questo è una sola: entrare nella logica del possesso e dell’egoismo; prostrarci ad adorare la logica diabolica di questo mondo dove uno vale se famoso, se bello, se ricco, se bianco, se italiano…
Ci sono due vie e sono chiamato ogni giorno a scegliere tra la logica del potere, della guerra e dell’oppressione dove l’altro diventa strumento per i miei scopi e la logica del servizio e dell’amore dove riconosco l’altro come mio fratello.
Solo attraverso una assidua frequenza ed ascolto della parola di Dio, solo vivendo pienamente da donne e uomini in cammino verso il Regno, possiamo cogliere come restare fedeli a quel progetto d’amore che Dio ha pensato per noi fin dall’origine del mondo!
Commento 10 marzo 2019
In questa prima domenica di quaresima siamo invitati a lasciarci guidare dallo Spirito perché questo possa condurci nel deserto. Il deserto non è luogo geografico, ma soprattutto luogo teologico dove l’uomo riscopre sé stesso nelle difficoltà che incontra, ma soprattutto riesce a sperimentare ciò che gli è più essenziale ovvero l’amore provvedente di Dio.
Scrive il profeta Osea: “Perciò, ecco, io la sedurrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore”. Lasciarsi condurre nel deserto è allora aprire il proprio cuore alla voce di Dio che ci sussurra parole di infinito amore. Anche il numero dei giorni che Gesù trascorre nel deserto, 40, è indicativo nella cabala ebraica della generazione, rappresentando la durata di un’intera vita. Allora Gesù inizia il suo percorso volendo condividere fino in fondo il deserto della vita di ogni uomo e chiama ogni donna ed ogni uomo a vivere l’intera propria vita nella disponibilità verso Dio.
Le tentazioni di Gesù sono le forze, le lusinghe che mettono ogni uomo davanti alle scelte di fondo della vita. Esse tracciano le relazioni fondamentali di ogni uomo: ognuno tentato verso sé stesso per risolvere solo i propri bisogni, riducendo i suoi sogni a pane, a denaro; ognuno è tentato verso gli altri, potere o servizio; ognuno è tentato verso Dio, che voglio a mia disposizione, pronto a risolvermi i problemi. Come Gesù, dobbiamo sapere che le tentazioni non si evitano, si attraversano ed attraversare le tentazioni significa in realtà fare ordine nella propria fede: questa è la quaresima, questa è la vita!
Il racconto delle tentazioni diventa così una sorta di vaccino contro il virus del male, infatti in Gesù troviamo la forza e il modello di resistenza alle tentazioni che ognuno di noi sperimenta nella sua vita.
La tentazione del pane: è la tentazione dell’interesse personale, quella cioè di sfruttare le nostre capacità unicamente per noi stessi abbassandoci a soddisfare i nostri bisogni. In Gesù la risposta a questa tentazione sta nel vivere alla luce della Parola (“Sta scritto”): tra le pietre ed il pane c’è qualcosa di più grande. Il pane è buono ma più buona è la parola di Dio, il pane è indispensabile, eppure contano di più altre cose: gli affetti, le relazioni, l’eterno in noi. Ciò che ci fa vivere è la nostra fame di cielo e l’uomo vive di ogni parola che esce dalla bocca di Dio, vive di Vangelo e del creato uscito dalla bocca di Dio, vive di ogni sorella e fratello, parola d’amore pronunciata da Dio per me (E. Ronchi).
La seconda tentazione è una sfida aperta a Dio, è avere un Dio a tuo uso e consumo: “Buttati giù, manderà un suo angelo!”. Ciò che sembrerebbe a prima vista il più alto atto di fede, ne diventa, invece, la caricatura, una pura ricerca del proprio vantaggio. Oppure quando invece di angeli vengono malattia, fallimento, morte, tutti ci domandiamo: perché Dio non interviene? Non siamo più alla ricerca di Colui che dona, ma solo alla ricerca dei doni e dei vantaggi, cerchiamo un Dio al nostro servizio, cerchiamo il Dio dei miracoli, il bancomat delle grazie, colui che agisce al posto mio invece che insieme con me, forza della mia forza, luce sul mio cammino.
La tentazione del potere: è la tentazione più antica e radicale, quella che viene dal piacere di comandare, di decidere, di arrivare più in alto. La strada verso tutto questo è una sola: vendi la tua dignità e la tua libertà, baratta l'amore e la famiglia, entra nella logica del possesso e dell’egoismo; prostrati ad adorare la logica diabolica di questo mondo dove uno vale se bello, se ricco, se bianco, se italiano… La scelta è chiara: devo decidere tra la logica del potere e dell’oppressione dove l’altro diventa strumento per i miei scopi e la logica del servizio e dell’amore dove l’altro è mio fratello. Solo attraverso una assidua frequenza ed ascolto della parola di Dio, solo vivendo pienamente da donne e uomini in cammino verso il Regno, possiamo cogliere come restare fedeli a quel progetto d’amore che Dio ha pensato per noi fin dall’origine del mondo!
Claudio Orsi
Scrive il profeta Osea: “Perciò, ecco, io la sedurrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore”. Lasciarsi condurre nel deserto è allora aprire il proprio cuore alla voce di Dio che ci sussurra parole di infinito amore. Anche il numero dei giorni che Gesù trascorre nel deserto, 40, è indicativo nella cabala ebraica della generazione, rappresentando la durata di un’intera vita. Allora Gesù inizia il suo percorso volendo condividere fino in fondo il deserto della vita di ogni uomo e chiama ogni donna ed ogni uomo a vivere l’intera propria vita nella disponibilità verso Dio.
Le tentazioni di Gesù sono le forze, le lusinghe che mettono ogni uomo davanti alle scelte di fondo della vita. Esse tracciano le relazioni fondamentali di ogni uomo: ognuno tentato verso sé stesso per risolvere solo i propri bisogni, riducendo i suoi sogni a pane, a denaro; ognuno è tentato verso gli altri, potere o servizio; ognuno è tentato verso Dio, che voglio a mia disposizione, pronto a risolvermi i problemi. Come Gesù, dobbiamo sapere che le tentazioni non si evitano, si attraversano ed attraversare le tentazioni significa in realtà fare ordine nella propria fede: questa è la quaresima, questa è la vita!
Il racconto delle tentazioni diventa così una sorta di vaccino contro il virus del male, infatti in Gesù troviamo la forza e il modello di resistenza alle tentazioni che ognuno di noi sperimenta nella sua vita.
La tentazione del pane: è la tentazione dell’interesse personale, quella cioè di sfruttare le nostre capacità unicamente per noi stessi abbassandoci a soddisfare i nostri bisogni. In Gesù la risposta a questa tentazione sta nel vivere alla luce della Parola (“Sta scritto”): tra le pietre ed il pane c’è qualcosa di più grande. Il pane è buono ma più buona è la parola di Dio, il pane è indispensabile, eppure contano di più altre cose: gli affetti, le relazioni, l’eterno in noi. Ciò che ci fa vivere è la nostra fame di cielo e l’uomo vive di ogni parola che esce dalla bocca di Dio, vive di Vangelo e del creato uscito dalla bocca di Dio, vive di ogni sorella e fratello, parola d’amore pronunciata da Dio per me (E. Ronchi).
La seconda tentazione è una sfida aperta a Dio, è avere un Dio a tuo uso e consumo: “Buttati giù, manderà un suo angelo!”. Ciò che sembrerebbe a prima vista il più alto atto di fede, ne diventa, invece, la caricatura, una pura ricerca del proprio vantaggio. Oppure quando invece di angeli vengono malattia, fallimento, morte, tutti ci domandiamo: perché Dio non interviene? Non siamo più alla ricerca di Colui che dona, ma solo alla ricerca dei doni e dei vantaggi, cerchiamo un Dio al nostro servizio, cerchiamo il Dio dei miracoli, il bancomat delle grazie, colui che agisce al posto mio invece che insieme con me, forza della mia forza, luce sul mio cammino.
La tentazione del potere: è la tentazione più antica e radicale, quella che viene dal piacere di comandare, di decidere, di arrivare più in alto. La strada verso tutto questo è una sola: vendi la tua dignità e la tua libertà, baratta l'amore e la famiglia, entra nella logica del possesso e dell’egoismo; prostrati ad adorare la logica diabolica di questo mondo dove uno vale se bello, se ricco, se bianco, se italiano… La scelta è chiara: devo decidere tra la logica del potere e dell’oppressione dove l’altro diventa strumento per i miei scopi e la logica del servizio e dell’amore dove l’altro è mio fratello. Solo attraverso una assidua frequenza ed ascolto della parola di Dio, solo vivendo pienamente da donne e uomini in cammino verso il Regno, possiamo cogliere come restare fedeli a quel progetto d’amore che Dio ha pensato per noi fin dall’origine del mondo!
Claudio Orsi
Commento 14 febbraio 2016
Nel racconto delle tentazioni possiamo avere diversi spunti di riflessione:
In primo luogo vediamo come Gesù si lasci guidare dallo Spirito “nel deserto”: il deserto è il luogo dove l’uomo riscopre sé stesso nelle difficoltà che incontra, ma soprattutto riesce a sperimentare ciò che gli è più essenziale ovvero l’amore provvidente di Dio. Scrive il profeta Osea: “Perciò, ecco, io la sedurrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore”. Allora come vivo i miei momenti di deserto: mi perdo di fronte alle difficoltà o vivo affidandomi alle mani di Dio? Vivo i miei momenti di deserto come opportunità di ascolto di Dio che vuole parlare al mio cuore?
In secondo luogo la struttura del racconto delle tentazioni in Luca intende porre in relazione Gesù con Adamo, il primo uomo che di fronte alla tentazione di essere come Dio cadde, rompendo così il suo rapporto con Dio, ebbene Gesù ripercorre il percorso contrario e pienamente uomo ricostruisce quel rapporto; se volessimo riassumere il pensiero di fondo potremmo dire: “Di fronte all’uomo che vuole essere Dio, si presenta Dio che vuole essere uomo”.
Il racconto delle tentazioni diventa così una sorta di vaccino contro il virus del male, infatti in Gesù troviamo la forza e il modello di resistenza ad ogni tentazione che ognuno di noi sperimenta nella sua vita, allora provo ad analizzare insieme a voi le tentazioni:
Possiamo essere come Dio solo vivendo pienamente da uomini e donne in cammino verso il Regno che Gesù ci ha mostrato e che rappresenta il senso del progetto di Dio per noi.
In primo luogo vediamo come Gesù si lasci guidare dallo Spirito “nel deserto”: il deserto è il luogo dove l’uomo riscopre sé stesso nelle difficoltà che incontra, ma soprattutto riesce a sperimentare ciò che gli è più essenziale ovvero l’amore provvidente di Dio. Scrive il profeta Osea: “Perciò, ecco, io la sedurrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore”. Allora come vivo i miei momenti di deserto: mi perdo di fronte alle difficoltà o vivo affidandomi alle mani di Dio? Vivo i miei momenti di deserto come opportunità di ascolto di Dio che vuole parlare al mio cuore?
In secondo luogo la struttura del racconto delle tentazioni in Luca intende porre in relazione Gesù con Adamo, il primo uomo che di fronte alla tentazione di essere come Dio cadde, rompendo così il suo rapporto con Dio, ebbene Gesù ripercorre il percorso contrario e pienamente uomo ricostruisce quel rapporto; se volessimo riassumere il pensiero di fondo potremmo dire: “Di fronte all’uomo che vuole essere Dio, si presenta Dio che vuole essere uomo”.
Il racconto delle tentazioni diventa così una sorta di vaccino contro il virus del male, infatti in Gesù troviamo la forza e il modello di resistenza ad ogni tentazione che ognuno di noi sperimenta nella sua vita, allora provo ad analizzare insieme a voi le tentazioni:
- La tentazione del pane: è la tentazione dell’interesse personale, quella cioè di sfruttare le nostre capacità unicamente per noi stessi abbassandoci a soddisfare i nostri bisogni. In Gesù la risposta a questa tentazione sta nel vivere sotto la luce della Parola (“Sta scritto”). Se, infatti, l’uomo in Adamo nell’Eden tenta di eliminare Dio dal suo orizzonte per sostituirsi a Lui, l’uomo in Gesù può riportare al centro della sua vita Dio per fare la sua volontà.
- La tentazione dell’idolatria e del potere: è la tentazione più antica e radicale, ovvero la sete di potere e di dominio. Se l’uomo in Adamo che aveva ricevuto il potere di “soggiogare la terra”, rinuncia a tutto questo per avere il potere satanico di “diventare” come Dio; in Gesù l’uomo rinuncia alla tentazione del potere non per essere “come Dio”, ma per essere “come Dio lo vuole”
- La tentazione dell’immortalità (“gèttati giù di qui; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”): se in Adamo l’uomo accolse la tentazione all’immortalità volendo essere come Dio, in Gesù Dio e di conseguenza l’uomo accoglie la sua condizione umana per svolgere la sua missione di “servo sofferente” che offre la vita per amore e senza contropartita.
Possiamo essere come Dio solo vivendo pienamente da uomini e donne in cammino verso il Regno che Gesù ci ha mostrato e che rappresenta il senso del progetto di Dio per noi.