Immacolata Concezione della B. V. Maria
Vangelo Lc 1,26-38
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Commento 8 dicembre 2023
All’uomo appena creato Dio offre tutti i suoi doni perché faccia della sua vita quella meravigliosa avventura d’amore da sempre sognata da Dio, una vita realizzata nella felicità. Ma c’è un limite, un confine da non superare riguardo alla conoscenza del bene e del male: ecco la tentazione, quel tarlo che ti spinge a volere di più, ad essere Dio a te stesso, a poter decidere tu che cosa è giusto e cosa non lo è, che cosa è bene e cosa non lo è. Adamo ed Eva di fronte al limite posto davanti a loro da Dio preferiscono fare di testa loro e rompono il loro rapporto d’armonia con Dio, si allontanano, hanno paura, si nascondono (Gn 3). Con loro e attraverso di loro da quel terribile momento tutta l’umanità si è allontanata, si è nascosta, ha avuto paura, ma quel Dio, follemente innamorato di noi, non ha desistito e non desiste, ci corre incontro con infinita tenerezza per chiamare ognuno di noi: “Dove sei?”. Ecco qua due semplici parole che da sole meravigliosamente riassumono tutta la storia della salvezza, la storia dell’infinito amore di Dio per l’umanità.
“Dove sei?”: parole dolcissime che riscaldano il cuore in un eterno nascondino dove l’uomo tenta di scappare al folle amore di Dio, parole tenerissime che Dio pronuncia dall’eternità, insistentemente ogni giorno tanto che il mio cuore appena le ascolto si riempie di gioia. Se per religione intendiamo i rapporti che legano l’uomo a Dio, dove è l’uomo a cercare un rapporto con Dio, il cristianesimo non è una religione. Ma è proprio così! Noi ci nascondiamo ed è Dio che ci cerca, che ci chiama: dove sei? ma dove ti nascondi? Vieni qua, ho bisogno di te!
Ma che razza di Dio è mai questo? Siamo di fronte ad un Dio che non ti aspetti, perché il Dio di Gesù Cristo spacca, rovescia completamente ogni idea che possiamo esserci fatta del divino: a fronte dei ragionamenti su un Dio onnipotente, ti ritrovi davanti un Dio che, dopo aver preparato accuratamente il suo progetto d’amore inseguendo l’umanità, si inginocchia di fronte ad una ragazzina di 13 o 14 anni perché bisognoso del suo “sì”. Dio cerca l’umanità e sconvolge tutte le regole sociali e umane: Dio cerca l’umanità in una donna in una società che la considerava un oggetto di proprietà dell’uomo, un’incubatrice utile a generare figli; Dio cerca l’umanità non nella citta santa, nel tempio a Gerusalemme ma a Nazareth, un insignificante villaggio (cfr. Gv 1,46); Dio cerca l’umanità nella Galilea delle Genti (Is 8,23), letteralmente il “distretto dei pagani” e non nella sacra terra di Giudea.
Quando mi trovo di fronte alla straordinaria figura di Maria, ho sempre il timore di correre il rischio di divinizzarla, di chiuderla in una delle tante edicole che troviamo nelle nostre strade e nei nostri paesi; Maria, lo scrissi già qualche tempo fa, non è una quarta persona divina, ma uno splendido esempio di umanità.
I titoli con i quali la Chiesa venera la madre di Gesù non sono solo dei privilegi straordinari concessi da Dio a questa singolare creatura, ma delle possibilità offerte a tutti i credenti di tutti i tempi, tutta la vita terrena di Maria dal suo ingresso celebrato con il dogma dell’Immacolata Concezione alla sua conclusione esaltato dall’Assunzione in cielo sono tutte proposte di pienezza, di vita realizzata: è Dio infatti che in Cristo “ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà” (Ef 1,4-5).
Essere immacolati significa che non vi è più alcuna barriera di comunicazione tra Dio e l’uomo, ma nella storia concreta è sempre stato l’uomo ad alzare questo muro, nascondendosi (Gen 3,10). Per Maria essere immacolata non è una condizione statica, acquisita una volta per sempre, ma dinamica, da vivere in ogni momento della propria vita ed è quello che vedremo nel testo evangelico di oggi: a Maria, infatti, non è tolta la sua libertà nel rispondere positivamente o negativamente al progetto di Dio, come a tutti noi.
Maria si è lasciata sorprendere di fronte alla proposta assurda di diventare la madre di Dio, lei che così umile non avrebbe mai pensato di avere un tale compito: “come avverrà questo?” Poi davanti alla promessa di Dio “Io sono con te… nulla è impossibile a Dio!” ha aperto il suo cuore offrendo a Dio il suo “sì”.
Finalmente in Maria e con Maria l’umanità non si nasconde più all’amore incessante di Dio, si lascia incontrare e Dio può entrare nella storia, può farsi storia d’amore.
Maria non è piena di grazia perché ha detto “sì” a Dio, ma perché Dio ha detto “sì” a lei prima ancora della sua risposta. E lo dice a ciascuno di noi: ognuno pieno di grazia, tutti amati come siamo, per quello che siamo; buoni e meno buoni, ognuno amato per sempre, piccoli o grandi, ognuno è riempito in qualche modo di cielo.
La storia di Maria può essere, se lo vogliamo, anche la mia, la tua, la nostra storia: ancora un angelo è inviato nelle nostre case e ci dice: rallegrati, sei pieno di grazia! Dio è dentro di te e ti colma la vita della sua Vita!
Oggi siamo chiamati a ripetere le parole di Maria a quel Dio che ancora ha bisogno di noi per farsi storia: “Ecco sono la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. Ci lasciamo oggi con queste meravigliose parole, chiedendo a Maria di concederci il coraggio di non nasconderci più e la gioia di poter pronunciare e soprattutto di poter vivere ogni giorno quel solo “sì” che può davvero cambiare la nostra vita
“Dove sei?”: parole dolcissime che riscaldano il cuore in un eterno nascondino dove l’uomo tenta di scappare al folle amore di Dio, parole tenerissime che Dio pronuncia dall’eternità, insistentemente ogni giorno tanto che il mio cuore appena le ascolto si riempie di gioia. Se per religione intendiamo i rapporti che legano l’uomo a Dio, dove è l’uomo a cercare un rapporto con Dio, il cristianesimo non è una religione. Ma è proprio così! Noi ci nascondiamo ed è Dio che ci cerca, che ci chiama: dove sei? ma dove ti nascondi? Vieni qua, ho bisogno di te!
Ma che razza di Dio è mai questo? Siamo di fronte ad un Dio che non ti aspetti, perché il Dio di Gesù Cristo spacca, rovescia completamente ogni idea che possiamo esserci fatta del divino: a fronte dei ragionamenti su un Dio onnipotente, ti ritrovi davanti un Dio che, dopo aver preparato accuratamente il suo progetto d’amore inseguendo l’umanità, si inginocchia di fronte ad una ragazzina di 13 o 14 anni perché bisognoso del suo “sì”. Dio cerca l’umanità e sconvolge tutte le regole sociali e umane: Dio cerca l’umanità in una donna in una società che la considerava un oggetto di proprietà dell’uomo, un’incubatrice utile a generare figli; Dio cerca l’umanità non nella citta santa, nel tempio a Gerusalemme ma a Nazareth, un insignificante villaggio (cfr. Gv 1,46); Dio cerca l’umanità nella Galilea delle Genti (Is 8,23), letteralmente il “distretto dei pagani” e non nella sacra terra di Giudea.
Quando mi trovo di fronte alla straordinaria figura di Maria, ho sempre il timore di correre il rischio di divinizzarla, di chiuderla in una delle tante edicole che troviamo nelle nostre strade e nei nostri paesi; Maria, lo scrissi già qualche tempo fa, non è una quarta persona divina, ma uno splendido esempio di umanità.
I titoli con i quali la Chiesa venera la madre di Gesù non sono solo dei privilegi straordinari concessi da Dio a questa singolare creatura, ma delle possibilità offerte a tutti i credenti di tutti i tempi, tutta la vita terrena di Maria dal suo ingresso celebrato con il dogma dell’Immacolata Concezione alla sua conclusione esaltato dall’Assunzione in cielo sono tutte proposte di pienezza, di vita realizzata: è Dio infatti che in Cristo “ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà” (Ef 1,4-5).
Essere immacolati significa che non vi è più alcuna barriera di comunicazione tra Dio e l’uomo, ma nella storia concreta è sempre stato l’uomo ad alzare questo muro, nascondendosi (Gen 3,10). Per Maria essere immacolata non è una condizione statica, acquisita una volta per sempre, ma dinamica, da vivere in ogni momento della propria vita ed è quello che vedremo nel testo evangelico di oggi: a Maria, infatti, non è tolta la sua libertà nel rispondere positivamente o negativamente al progetto di Dio, come a tutti noi.
Maria si è lasciata sorprendere di fronte alla proposta assurda di diventare la madre di Dio, lei che così umile non avrebbe mai pensato di avere un tale compito: “come avverrà questo?” Poi davanti alla promessa di Dio “Io sono con te… nulla è impossibile a Dio!” ha aperto il suo cuore offrendo a Dio il suo “sì”.
Finalmente in Maria e con Maria l’umanità non si nasconde più all’amore incessante di Dio, si lascia incontrare e Dio può entrare nella storia, può farsi storia d’amore.
Maria non è piena di grazia perché ha detto “sì” a Dio, ma perché Dio ha detto “sì” a lei prima ancora della sua risposta. E lo dice a ciascuno di noi: ognuno pieno di grazia, tutti amati come siamo, per quello che siamo; buoni e meno buoni, ognuno amato per sempre, piccoli o grandi, ognuno è riempito in qualche modo di cielo.
La storia di Maria può essere, se lo vogliamo, anche la mia, la tua, la nostra storia: ancora un angelo è inviato nelle nostre case e ci dice: rallegrati, sei pieno di grazia! Dio è dentro di te e ti colma la vita della sua Vita!
Oggi siamo chiamati a ripetere le parole di Maria a quel Dio che ancora ha bisogno di noi per farsi storia: “Ecco sono la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. Ci lasciamo oggi con queste meravigliose parole, chiedendo a Maria di concederci il coraggio di non nasconderci più e la gioia di poter pronunciare e soprattutto di poter vivere ogni giorno quel solo “sì” che può davvero cambiare la nostra vita
Commento 8 dicembre 2020
La liturgia della parola di oggi riassume meravigliosamente tutta la storia della salvezza, la storia dell’infinito amore di Dio per l’umanità. All’uomo appena creato Dio offre tutti i suoi doni per una vita realizzata nella felicità, ma pone all’umanità un limite riguardo alla conoscenza del bene e del male; ed ecco la tentazione, quel tarlo che ti spinge a volere di più, ad essere Dio a te stesso, a poter decidere tu che cosa è giusto e cosa non lo è, che cosa è bene e cosa non lo è. Adamo ed Eva di fronte al limite posto davanti a loro da Dio preferiscono fare di testa loro e rompono il loro rapporto d’armonia con Dio, si allontanano, hanno paura, si nascondono (Gn 3). Con loro e attraverso di loro tutta l’umanità si è allontanata, nascosta, ha avuto paura, ma quel Dio, follemente innamorato di noi, non ha desistito e non desiste, ci corre incontro con infinita tenerezza per chiamare ognuno di noi: “Dove sei?”. Sono parole dolcissime che riscaldano il cuore!
Il messaggio cristiano rovescia la comune mentalità religiosa dove è l’uomo che ha bisogno di Dio; qui Dio ha bisogno dell’uomo mentre noi ci nascondiamo ed è Dio che ci chiama: dove sei? ma dove ti nascondi? Vieni qua, ho bisogno di te!
Siamo di fronte ad un Dio che non ci aspettiamo, perché il Dio di Gesù Cristo spacca, rovescia completamente ogni idea che possiamo esserci fatta: a fronte dei ragionamenti su un Dio onnipotente, ci ritroviamo davanti un Dio che, dopo aver preparato accuratamente il suo progetto d’amore inseguendo l’umanità, si inginocchia di fronte ad una ragazzina perché bisognoso del suo “sì”; mentre pensi ad un Dio grande, ricco di effetti speciali, eccolo nascondersi in un piccolo ed insignificante villaggio della Palestina del I secolo.
Come con Maria Dio chiama l’umanità alla gioia: “Rallegrati, tu che sei amata da sempre e per sempre perché il Signore è con te, non ti ha mai abbandonata” perché chi ama non può lasciare la persona amata e Dio ci ama!
Maria è piena di grazia, è immacolata, senza la macchia del peccato originale non perché ha detto “sì” a Dio, ma perché Dio ha detto “sì” a lei prima ancora della sua risposta e quel “sì” continuamente ed insistentemente lo ripete a ciascuno uomo. Ognuno di noi è pieno di grazia, tutti amati come siamo, per quello che siamo, buoni e meno buoni ed ognuno è amato per sempre, piccoli o grandi.
“Eccomi…”: Maria risponde con piena e completa disponibilità alla proposta dell’angelo, apre il suo cuore nella fede a quelle parole. La sua disponibilità è totale, ma, vuole capire, chiede spiegazioni: “Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?” Non è la richiesta di un segno, un miracolo, una conferma, la sua fede è grande e non ne ha bisogno, ma allo stesso tempo la sua fede non è cieca, Maria vuole essere protagonista, vuole decidere consapevolmente per poi chiudere i suoi occhi, lasciarsi abbracciare dallo Spirito e dire il suo sì “senza se e senza ma” perché sa che nonostante i suoi limiti umani, le sue possibili incoerenze e fatiche “nulla è impossibile a Dio”.
Di fronte a questo Dio che ogni giorno si inginocchia davanti a noi per invitarci ad accogliere la sua proposta d’amore possiamo provare a rispondere con le parole di Maria, sorella e madre nostra nella fede: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”, parole non di schiavi ma di uomini e donne pienamente liberi e consapevoli della meravigliosa avventura che Dio ci propone. Ci lasciamo oggi con queste meravigliose parole, chiedendo a Maria di concederci il coraggio di poter pronunciare e soprattutto di poter vivere ogni giorno quel solo “sì” che può davvero cambiare la nostra vita.
Non nascondiamoci più all’amore di Dio, lasciamoci abbracciare perché la nostra gioia sia piena!
Il messaggio cristiano rovescia la comune mentalità religiosa dove è l’uomo che ha bisogno di Dio; qui Dio ha bisogno dell’uomo mentre noi ci nascondiamo ed è Dio che ci chiama: dove sei? ma dove ti nascondi? Vieni qua, ho bisogno di te!
Siamo di fronte ad un Dio che non ci aspettiamo, perché il Dio di Gesù Cristo spacca, rovescia completamente ogni idea che possiamo esserci fatta: a fronte dei ragionamenti su un Dio onnipotente, ci ritroviamo davanti un Dio che, dopo aver preparato accuratamente il suo progetto d’amore inseguendo l’umanità, si inginocchia di fronte ad una ragazzina perché bisognoso del suo “sì”; mentre pensi ad un Dio grande, ricco di effetti speciali, eccolo nascondersi in un piccolo ed insignificante villaggio della Palestina del I secolo.
Come con Maria Dio chiama l’umanità alla gioia: “Rallegrati, tu che sei amata da sempre e per sempre perché il Signore è con te, non ti ha mai abbandonata” perché chi ama non può lasciare la persona amata e Dio ci ama!
Maria è piena di grazia, è immacolata, senza la macchia del peccato originale non perché ha detto “sì” a Dio, ma perché Dio ha detto “sì” a lei prima ancora della sua risposta e quel “sì” continuamente ed insistentemente lo ripete a ciascuno uomo. Ognuno di noi è pieno di grazia, tutti amati come siamo, per quello che siamo, buoni e meno buoni ed ognuno è amato per sempre, piccoli o grandi.
“Eccomi…”: Maria risponde con piena e completa disponibilità alla proposta dell’angelo, apre il suo cuore nella fede a quelle parole. La sua disponibilità è totale, ma, vuole capire, chiede spiegazioni: “Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?” Non è la richiesta di un segno, un miracolo, una conferma, la sua fede è grande e non ne ha bisogno, ma allo stesso tempo la sua fede non è cieca, Maria vuole essere protagonista, vuole decidere consapevolmente per poi chiudere i suoi occhi, lasciarsi abbracciare dallo Spirito e dire il suo sì “senza se e senza ma” perché sa che nonostante i suoi limiti umani, le sue possibili incoerenze e fatiche “nulla è impossibile a Dio”.
Di fronte a questo Dio che ogni giorno si inginocchia davanti a noi per invitarci ad accogliere la sua proposta d’amore possiamo provare a rispondere con le parole di Maria, sorella e madre nostra nella fede: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”, parole non di schiavi ma di uomini e donne pienamente liberi e consapevoli della meravigliosa avventura che Dio ci propone. Ci lasciamo oggi con queste meravigliose parole, chiedendo a Maria di concederci il coraggio di poter pronunciare e soprattutto di poter vivere ogni giorno quel solo “sì” che può davvero cambiare la nostra vita.
Non nascondiamoci più all’amore di Dio, lasciamoci abbracciare perché la nostra gioia sia piena!
Commento 8 dicembre 2017
L’annuncio della Parola è oggi di una tenerezza infinita: Adamo ed Eva rompono il loro rapporto con Dio, si allontanano, hanno paura, si nascondono (Gn 3); con Adamo ed Eva tutta l’umanità si allontana, si nasconde, ha paura. Ma Dio non desiste e ci corre incontro per chiamare ognuno di noi: “Dove sei?”. Il mio cuore si riempie di gioia quando sento risuonare in me queste dolci parole che Dio pronuncia dall’eternità. Se per religione intendiamo i rapporti che legano l’uomo a Dio, dove è l’uomo a cercare un rapporto con Dio difficilmente si può affermare che il cristianesimo è una religione. Ma è proprio così! Noi ci nascondiamo ed è Dio che ci chiama: dove sei? ma dove ti nascondi? Vieni qua, ho bisogno di te! Dio ci ama, è insistente, ma al contempo ci rispetta e ci lascia liberi; vuole passare attraverso il si dell’uomo per portarci la salvezza; ma che razza di Dio è?
Siamo di fronte ad un Dio che non ti aspetti, perché il Dio di Gesù Cristo spacca, rovescia completamente ogni idea che possiamo esserci fatta di Dio: a fronte dei ragionamenti su un Dio onnipotente, ti ritrovi davanti un Dio che, dopo aver preparato accuratamente il suo progetto d’amore inseguendo l’umanità, si inginocchia di fronte ad una ragazzina perché bisognoso del suo “sì”; mentre pensi al Deus ex machina ricco di effetti speciali, eccolo nascondersi in un piccolo ed insignificante villaggio della Palestina del I secolo. E quella ragazzina risponde a Dio con il suo si: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. Finalmente l’umanità in quella ragazza non si nasconde più all’amore incessante di Dio; l’umanità si lascia incontrare e Dio può entrare nella storia per dire a tutti che ciò che dà alla vita un senso è l’amore.
Maria ha saputo cogliere l’invito pazzesco di Dio forse proprio perché donna, umile, testarda ma soprattutto entusiasta ed aperta alle novità; caratteristiche queste che forse troppo raramente troviamo nell’uomo. L’avvento è tempo di attesa, attesa di un Dio che viene incontro all’umanità! Cosa c’è di più bello allora che rivolgere il nostro sguardo verso Maria, verso quella donna che ha atteso il Figlio di Dio, sentendolo crescere dentro di sé. Non sono donna e non riesco neppure ad immaginare la gioia e le emozioni di quei momenti. Gioia ed emozione accompagnati anche dalla fatica e forse dal timore di non essere adeguati: è il miracolo della vita che nasce!
Oggi siamo chiamati a ripetere le parole di Maria a quel Dio che ha bisogno di noi e ci chiede continuamente di entrare nella nostra vita: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. Ci lasciamo oggi con queste meravigliose parole, chiedendo a Maria di concederci il coraggio di non nasconderci più e la gioia di poter pronunciare e soprattutto di poter vivere ogni giorno quel solo sì che può davvero cambiare la nostra vita.
Siamo di fronte ad un Dio che non ti aspetti, perché il Dio di Gesù Cristo spacca, rovescia completamente ogni idea che possiamo esserci fatta di Dio: a fronte dei ragionamenti su un Dio onnipotente, ti ritrovi davanti un Dio che, dopo aver preparato accuratamente il suo progetto d’amore inseguendo l’umanità, si inginocchia di fronte ad una ragazzina perché bisognoso del suo “sì”; mentre pensi al Deus ex machina ricco di effetti speciali, eccolo nascondersi in un piccolo ed insignificante villaggio della Palestina del I secolo. E quella ragazzina risponde a Dio con il suo si: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. Finalmente l’umanità in quella ragazza non si nasconde più all’amore incessante di Dio; l’umanità si lascia incontrare e Dio può entrare nella storia per dire a tutti che ciò che dà alla vita un senso è l’amore.
Maria ha saputo cogliere l’invito pazzesco di Dio forse proprio perché donna, umile, testarda ma soprattutto entusiasta ed aperta alle novità; caratteristiche queste che forse troppo raramente troviamo nell’uomo. L’avvento è tempo di attesa, attesa di un Dio che viene incontro all’umanità! Cosa c’è di più bello allora che rivolgere il nostro sguardo verso Maria, verso quella donna che ha atteso il Figlio di Dio, sentendolo crescere dentro di sé. Non sono donna e non riesco neppure ad immaginare la gioia e le emozioni di quei momenti. Gioia ed emozione accompagnati anche dalla fatica e forse dal timore di non essere adeguati: è il miracolo della vita che nasce!
Oggi siamo chiamati a ripetere le parole di Maria a quel Dio che ha bisogno di noi e ci chiede continuamente di entrare nella nostra vita: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. Ci lasciamo oggi con queste meravigliose parole, chiedendo a Maria di concederci il coraggio di non nasconderci più e la gioia di poter pronunciare e soprattutto di poter vivere ogni giorno quel solo sì che può davvero cambiare la nostra vita.