III Domenica T.O. Anno B
Vangelo Mc 1, 14-20
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch'essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch'essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
Commento 21 gennaio 2024
Questa terza domenica del tempo ordinario è la Domenica dell’urgenza di Dio, o meglio dell’urgenza di una risposta da dare a Dio che attende con pazienza il nostro Sì.
“Ancora quaranta giorni” gridava il profeta Giona mentre attraversava le strade di Nìnive, “il tempo si è fatto breve” scrive Paolo alla comunità dei cristiani di Corinto, “il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino” annuncia Gesù ed ancora “Subito li chiamò” e “subito lasciarono le reti e lo seguirono”. Non c’è più tempo perché la vita è una sola, non posso buttarla via: è giunto il momento opportuno e favorevole per una scelta di campo che ormai non è più possibile rimandare, abbiamo solo pochi anni, per i più longevi un secolo, poco più o poco meno, per vivere la meravigliosa avventura dell’amore con Dio!
Rimango colpito nel guardare a Gesù che con rispetto attende la conclusione della missione profetica di Giovanni Battista e solo dopo il suo arresto, ritorna nella sua Galilea per iniziare a predicare il suo Vangelo. Proprio così, il Dio di Gesù Cristo è un Dio sorprendente perché corre ad annunciare il suo vangelo non a sacerdoti rivestiti in sacri ornamenti nel tempio della città santa Gerusalemme, ma a umili pescatori seminudi provati da una giornata di duro lavoro sulle polverose strade della Galilea delle Genti, pagana ed eretica!
“Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo”, con poche parole Marco ci offre una sintesi meravigliosa e disarmante di tre anni di predicazione. Marco non si dilunga in sofismi filosofici o disquisizioni teologiche, ma punta diritto al cuore del messaggio proclamando il “Vangelo” nudo e crudo senza bisogno di ulteriori spiegazioni.
Chissà quante volte Gesù avrà pronunciato quell’accorato appello alla conversione; chissà quante volte Pietro, che di Marco era amico e maestro, avrà ripetuto quelle parole che avevano fatto bruciare il suo cuore e gli avevano cambiato vita facendolo diventare da onesto pescatore sul lago di Gennesareth ad umile pescatore di uomini a servizio del Regno di Dio.
L’urgenza di una scelta nasce da qualcosa di nuovo che sta accadendo: il regno di Dio non è vicino, ma è già qui! Se Giovanni Battista aveva annunciato l’imminenza di un Dio che veniva tra la sua gente, ora Gesù annuncia la presenza di Dio nella storia degli uomini. Sì, quel Dio che troppe volte abbiamo sentito ed ancora sentiamo lontano ed indifferente ora è qui, si fa vicino a ciascuno di noi. Ed è un Dio che ha fretta di condividere con noi la sua vita, “subito” ci chiama e “subito” attende che lasciamo le nostre reti che ci trattengono per seguirlo: il Dio di Gesù Cristo è il Dio del “tutto e subito” perché non c’è davvero tempo da perdere per amare, per incontrare chi dall’eternità ci ama, per vivere l’incredibile storia di un cammino che conduce alla gioia e alla felicità!
È oggi il tempo opportuno per la nostra conversione, non possiamo aspettare il domani perché l’amore rimpiange sempre i momenti perduti: quante volte mi morderei le mani, pensando a quanto tempo ho perduto prima di conoscere mia moglie, a quanti giorni ho trascorso senza vivere pienamente la gioia di questo incontro che ha cambiato la mia vita. Così è la fede, non una tradizione, non una serie di insegnamenti, non comandamenti da seguire, ma un semplice, sconvolgente incontro d’amore!
La conversione è come un terremoto che deve sconvolgere e modificarci, è stravolgere la nostra mente e di conseguenza il nostro modo di vivere; così l’incontro con il Signore esige un radicale cambiamento nello stile di vita, un rovesciamento completo nella propria scala di valori a partire dall’idea stessa di Dio perché solo così potremo entrare nel Regno di Dio.
La prima conversione parte dalla correzione di quell’immagine deformata di Dio che ci siamo fatti: le religioni, la filosofia ed a volte la stessa catechesi cristiana ci hanno proposto un Dio Onnipotente e dominatore che vuole essere servito, un Dio legislatore che impone comandi e punisce chi trasgredisce i suoi ordini, ma il nostro Dio non è così! Gesù ci rivela il volto di un Dio che è Padre misericordioso, che ci ama in modo incondizionato ed infinito, che ci sorregge nei momenti di difficoltà, che attende alla finestra della vita il nostro ritorno a casa, che rispetta la nostra libertà fino al punto di sedersi alle porte del nostro cuore attendendo il momento in cui gli apriremo le porte. Se rimaniamo legati all’immagine pagana di un Dio seduto sul suo trono in cielo, indifferente alla vita degli uomini che considera servi e non figli, non è possibile entrare nel suo regno, non è possibile aderire alla sua proposta che ci chiede in questo mondo di lupi di diventare agnelli destinati anche ad una brutta fine, ma pronti a farci servi dei nostri fratelli per amore!
A questa prima conversione ne potrà seguire certamente una seconda, una conversione morale per cambiare completamente la nostra vita, i valori che guidano le nostre scelte. Guardandomi attorno sono sempre più convinto che l’ateismo non esista: ognuno di noi ha il suo Dio, che orienta e stabilisce tutte le nostre decisioni. Gesù è stato chiaro: Dio o mammona! (Lc 16,14)
È tutto terribilmente e meravigliosamente semplice: o sono pronto a seguire il Dio di Gesù Cristo o seguirò il Dio del potere, del denaro, del successo, della carriera, della forza e della violenza. Se il mio Dio è il denaro allora tutto sarà considerato un mezzo per accumulare beni, se il mio Dio sarà il potere, tutto sarà visto in un’ottica che mi permette di vincere, dominare, opprimere l’altro, se il mio Dio sono “io” tutto sarà valutato nel mio egoistico interesse!
Ma se il mio Dio è l’Amore…. convertirsi, allora, significa rovesciare la scala di valori del mondo vecchio, dominato da una logica disumana ed egoistica, per entrare nella logica di Dio ed essere uomini e donne nuovi capaci di amare, di donare la propria vita per amore, di costruire concretamente ogni giorno quel mondo nuovo sognato da Dio per tutti i suoi figli, che si riconoscono finalmente fratelli.
Questa conversione, questa rivoluzione nella nostra mente è solo il primo passo, a cui ne segue inevitabilmente un secondo: credere nel vangelo! Pare impossibile in un mondo pieno di egoismo e di interessi privati credere alla favola vera dell’amore, credere che non vince chi ha successo, ma chi, come il chicco di grano, sa donare completamente la propria vita perché possa crescere una nuova spiga d’amore.
Come ogni proposta d’amore l’invito di Gesù esige persone, uomini e donne pienamente liberi: lungo le strade di Cafarnao Gesù chiama, non si volge indietro per guardare la nostra risposta, forse ha paura che possiamo vedere nei suoi occhi amorevoli un sentore di giudizio, ma continua nel suo cammino per indicarci la via e, se quei pescatori non l’avessero seguito subito, probabilmente sarebbe ripassato come Giona sulle strade di Ninive come il padrone che cerca operai per la sua vigna ad ogni ora della giornata, perché Dio non ha fretta, perché l’amore sa attendere l’amato!
In conclusione mi sembra importante fare una riflessione sulla vocazione e vorrei farlo con le parole di qualcuno che ci capisce più di me, papa Francesco: “è proprio vivendo con amore e offrendo la propria testimonianza cristiana nelle occupazioni di ogni giorno che siamo chiamati a diventare santi. E ciascuno nelle condizioni e nello stato di vita in cui si trova. Ma tu sei consacrato, sei consacrata? Sii santo vivendo con gioia la tua donazione e il tuo ministero. Sei sposato? Sii santo amando e prendendoti cura di tuo marito o di tua moglie, come Cristo ha fatto con la Chiesa. [...]. Sei genitore o nonno? Sii santo insegnando con passione ai figli o ai nipoti a conoscere e a seguire Gesù. [...] Sei catechista, educatore o volontario? Sii santo diventando segno visibile dell’amore di Dio e della sua presenza accanto a noi. Ecco: ogni stato di vita porta alla santità, sempre! A casa tua, sulla strada, al lavoro, in Chiesa, in quel momento e nel tuo stato di vita è stata aperta la strada verso la santità. Non scoraggiatevi di andare su questa strada”.
La vocazione non è qualcosa di straordinario, non vuole stravolgere le nostre vite, ma ci chiede di vivere in modo straordinario perché è bello vivere il Vangelo! Chi incontra Gesù e il suo vangelo cambia la sua vita! Il vangelo trasforma tutta la nostra vita, mette in gioco tutte le nostre scelte e ci chiede una risposta consapevole, è una scelta decisiva per la vita, ma soprattutto sono convinto nonostante i miei limiti e le mie incoerenze che vivere il vangelo è proprio bello!
“Ancora quaranta giorni” gridava il profeta Giona mentre attraversava le strade di Nìnive, “il tempo si è fatto breve” scrive Paolo alla comunità dei cristiani di Corinto, “il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino” annuncia Gesù ed ancora “Subito li chiamò” e “subito lasciarono le reti e lo seguirono”. Non c’è più tempo perché la vita è una sola, non posso buttarla via: è giunto il momento opportuno e favorevole per una scelta di campo che ormai non è più possibile rimandare, abbiamo solo pochi anni, per i più longevi un secolo, poco più o poco meno, per vivere la meravigliosa avventura dell’amore con Dio!
Rimango colpito nel guardare a Gesù che con rispetto attende la conclusione della missione profetica di Giovanni Battista e solo dopo il suo arresto, ritorna nella sua Galilea per iniziare a predicare il suo Vangelo. Proprio così, il Dio di Gesù Cristo è un Dio sorprendente perché corre ad annunciare il suo vangelo non a sacerdoti rivestiti in sacri ornamenti nel tempio della città santa Gerusalemme, ma a umili pescatori seminudi provati da una giornata di duro lavoro sulle polverose strade della Galilea delle Genti, pagana ed eretica!
“Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo”, con poche parole Marco ci offre una sintesi meravigliosa e disarmante di tre anni di predicazione. Marco non si dilunga in sofismi filosofici o disquisizioni teologiche, ma punta diritto al cuore del messaggio proclamando il “Vangelo” nudo e crudo senza bisogno di ulteriori spiegazioni.
Chissà quante volte Gesù avrà pronunciato quell’accorato appello alla conversione; chissà quante volte Pietro, che di Marco era amico e maestro, avrà ripetuto quelle parole che avevano fatto bruciare il suo cuore e gli avevano cambiato vita facendolo diventare da onesto pescatore sul lago di Gennesareth ad umile pescatore di uomini a servizio del Regno di Dio.
L’urgenza di una scelta nasce da qualcosa di nuovo che sta accadendo: il regno di Dio non è vicino, ma è già qui! Se Giovanni Battista aveva annunciato l’imminenza di un Dio che veniva tra la sua gente, ora Gesù annuncia la presenza di Dio nella storia degli uomini. Sì, quel Dio che troppe volte abbiamo sentito ed ancora sentiamo lontano ed indifferente ora è qui, si fa vicino a ciascuno di noi. Ed è un Dio che ha fretta di condividere con noi la sua vita, “subito” ci chiama e “subito” attende che lasciamo le nostre reti che ci trattengono per seguirlo: il Dio di Gesù Cristo è il Dio del “tutto e subito” perché non c’è davvero tempo da perdere per amare, per incontrare chi dall’eternità ci ama, per vivere l’incredibile storia di un cammino che conduce alla gioia e alla felicità!
È oggi il tempo opportuno per la nostra conversione, non possiamo aspettare il domani perché l’amore rimpiange sempre i momenti perduti: quante volte mi morderei le mani, pensando a quanto tempo ho perduto prima di conoscere mia moglie, a quanti giorni ho trascorso senza vivere pienamente la gioia di questo incontro che ha cambiato la mia vita. Così è la fede, non una tradizione, non una serie di insegnamenti, non comandamenti da seguire, ma un semplice, sconvolgente incontro d’amore!
La conversione è come un terremoto che deve sconvolgere e modificarci, è stravolgere la nostra mente e di conseguenza il nostro modo di vivere; così l’incontro con il Signore esige un radicale cambiamento nello stile di vita, un rovesciamento completo nella propria scala di valori a partire dall’idea stessa di Dio perché solo così potremo entrare nel Regno di Dio.
La prima conversione parte dalla correzione di quell’immagine deformata di Dio che ci siamo fatti: le religioni, la filosofia ed a volte la stessa catechesi cristiana ci hanno proposto un Dio Onnipotente e dominatore che vuole essere servito, un Dio legislatore che impone comandi e punisce chi trasgredisce i suoi ordini, ma il nostro Dio non è così! Gesù ci rivela il volto di un Dio che è Padre misericordioso, che ci ama in modo incondizionato ed infinito, che ci sorregge nei momenti di difficoltà, che attende alla finestra della vita il nostro ritorno a casa, che rispetta la nostra libertà fino al punto di sedersi alle porte del nostro cuore attendendo il momento in cui gli apriremo le porte. Se rimaniamo legati all’immagine pagana di un Dio seduto sul suo trono in cielo, indifferente alla vita degli uomini che considera servi e non figli, non è possibile entrare nel suo regno, non è possibile aderire alla sua proposta che ci chiede in questo mondo di lupi di diventare agnelli destinati anche ad una brutta fine, ma pronti a farci servi dei nostri fratelli per amore!
A questa prima conversione ne potrà seguire certamente una seconda, una conversione morale per cambiare completamente la nostra vita, i valori che guidano le nostre scelte. Guardandomi attorno sono sempre più convinto che l’ateismo non esista: ognuno di noi ha il suo Dio, che orienta e stabilisce tutte le nostre decisioni. Gesù è stato chiaro: Dio o mammona! (Lc 16,14)
È tutto terribilmente e meravigliosamente semplice: o sono pronto a seguire il Dio di Gesù Cristo o seguirò il Dio del potere, del denaro, del successo, della carriera, della forza e della violenza. Se il mio Dio è il denaro allora tutto sarà considerato un mezzo per accumulare beni, se il mio Dio sarà il potere, tutto sarà visto in un’ottica che mi permette di vincere, dominare, opprimere l’altro, se il mio Dio sono “io” tutto sarà valutato nel mio egoistico interesse!
Ma se il mio Dio è l’Amore…. convertirsi, allora, significa rovesciare la scala di valori del mondo vecchio, dominato da una logica disumana ed egoistica, per entrare nella logica di Dio ed essere uomini e donne nuovi capaci di amare, di donare la propria vita per amore, di costruire concretamente ogni giorno quel mondo nuovo sognato da Dio per tutti i suoi figli, che si riconoscono finalmente fratelli.
Questa conversione, questa rivoluzione nella nostra mente è solo il primo passo, a cui ne segue inevitabilmente un secondo: credere nel vangelo! Pare impossibile in un mondo pieno di egoismo e di interessi privati credere alla favola vera dell’amore, credere che non vince chi ha successo, ma chi, come il chicco di grano, sa donare completamente la propria vita perché possa crescere una nuova spiga d’amore.
Come ogni proposta d’amore l’invito di Gesù esige persone, uomini e donne pienamente liberi: lungo le strade di Cafarnao Gesù chiama, non si volge indietro per guardare la nostra risposta, forse ha paura che possiamo vedere nei suoi occhi amorevoli un sentore di giudizio, ma continua nel suo cammino per indicarci la via e, se quei pescatori non l’avessero seguito subito, probabilmente sarebbe ripassato come Giona sulle strade di Ninive come il padrone che cerca operai per la sua vigna ad ogni ora della giornata, perché Dio non ha fretta, perché l’amore sa attendere l’amato!
In conclusione mi sembra importante fare una riflessione sulla vocazione e vorrei farlo con le parole di qualcuno che ci capisce più di me, papa Francesco: “è proprio vivendo con amore e offrendo la propria testimonianza cristiana nelle occupazioni di ogni giorno che siamo chiamati a diventare santi. E ciascuno nelle condizioni e nello stato di vita in cui si trova. Ma tu sei consacrato, sei consacrata? Sii santo vivendo con gioia la tua donazione e il tuo ministero. Sei sposato? Sii santo amando e prendendoti cura di tuo marito o di tua moglie, come Cristo ha fatto con la Chiesa. [...]. Sei genitore o nonno? Sii santo insegnando con passione ai figli o ai nipoti a conoscere e a seguire Gesù. [...] Sei catechista, educatore o volontario? Sii santo diventando segno visibile dell’amore di Dio e della sua presenza accanto a noi. Ecco: ogni stato di vita porta alla santità, sempre! A casa tua, sulla strada, al lavoro, in Chiesa, in quel momento e nel tuo stato di vita è stata aperta la strada verso la santità. Non scoraggiatevi di andare su questa strada”.
La vocazione non è qualcosa di straordinario, non vuole stravolgere le nostre vite, ma ci chiede di vivere in modo straordinario perché è bello vivere il Vangelo! Chi incontra Gesù e il suo vangelo cambia la sua vita! Il vangelo trasforma tutta la nostra vita, mette in gioco tutte le nostre scelte e ci chiede una risposta consapevole, è una scelta decisiva per la vita, ma soprattutto sono convinto nonostante i miei limiti e le mie incoerenze che vivere il vangelo è proprio bello!
Commento 24 gennaio 2021
“Ancora quaranta giorni” gridava e predicava il profeta Giona mentre attraversava le strade di Nìnive, “il tempo si è fatto breve” scrive Paolo alla comunità dei cristiani di Corinto, “il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino” annuncia Gesù: le letture di questa domenica sono l’espressione di una urgenza; non c’è più tempo perché la vita è una sola, non posso buttarla via. È giunto il momento opportuno e favorevole per una scelta di campo che ormai non è più possibile rimandare perché “il regno di Dio è vicino”, perché Dio, quel Dio che troppe volte abbiamo sentito lontano ed indifferente ora è qui, si fa vicino a ciascuno di noi.
“Subito li chiamò” e “subito lasciarono le reti e lo seguirono”: il Dio di Gesù Cristo è il Dio del “tutto e subito” perché non c’è davvero tempo da perdere per amare, per incontrare chi dall’eternità ci ama, per vivere l’incredibile avventura di un cammino che conduce alla gioia e alla felicità!
Ecco allora il tempo opportuno per la nostra conversione, non possiamo aspettare il domani perché l’amore rimpiange sempre i momenti perduti: quante volte mi morderei le mani, pensando a quanto tempo ho perduto prima di conoscere mia moglie, a quanti giorni ho trascorso senza vivere pienamente la gioia di questo incontro che ha cambiato la mia vita. Così è la fede, non una tradizione, non una serie di insegnamenti, non comandamenti da seguire, ma un semplice, sconvolgente incontro d’amore!
L’incontro con il Signore esige un radicale cambiamento nello stile di vita, un rovesciamento completo nella propria scala di valori a partire dall’idea stessa di Dio perché solo così potremo entrare nel Regno di Dio. La conversione è come un terremoto che deve sconvolgere e modificarci, è stravolgere la nostra mente e di conseguenza il nostro modo di vivere.
La prima conversione parte dalla correzione di quell’immagine deformata di Dio che ci siamo fatti: Dio non è un dominatore che vuole essere servito, non è il legislatore che impone comandi e punisce chi trasgredisce i suoi ordini; Gesù ci mostra il volto di un Dio che è Padre misericordioso, che ci ama in modo incondizionato ed infinito, che ci sorregge nei momenti di difficoltà, che attende alla finestra della vita il nostro ritorno a casa, che rispetta la nostra libertà fino al punto di sedersi alle porte del nostro cuore attendendo il momento in cui gli apriremo le porte. Se rimaniamo legati all’immagine pagana di un Dio seduto sul suo trono in cielo, indifferente alla vita degli uomini che considera servi e non figli, non è possibile entrare nel suo regno, non è possibile aderire alla sua proposta che ci chiede in questo mondo di lupi di diventare agnelli destinati anche ad una brutta fine, ma pronti a farci servi dei nostri fratelli per amore!
A questa prima conversione ne seguirà certamente una seconda, una conversione morale per cambiare completamente la nostra vita, i valori che guidano le nostre scelte. Sono sempre più convinto che l’ateismo non esista: ognuno di noi ha il suo Dio che orienta e stabilisce tutte le nostre decisioni; Gesù è stato chiaro nella sua predicazione: Dio o mammona! (cfr. Lc 16,14 versione 1974)!
O sono pronto a seguire il Dio di Gesù Cristo o seguirò il Dio del potere, del denaro, del successo, della carriera, della forza e della violenza: non ci sono vie d’uscita. Se il mio Dio è il denaro allora tutto sarà considerato un mezzo per accumulare beni, se il mio Dio sarà il potere, tutto sarà visto in un’ottica che mi permette di vincere, dominare, opprimere l’altro, se il mio Dio sono “io” tutto sarà valutato nel mio egoistico interesse!
Convertirsi significa rovesciare la scala di valori del mondo vecchio dominato da una logica disumana ed egoistica per entrare nella logica di Dio ed essere uomini e donne nuovi capaci di amare, di donare la propria vita per amore, di costruire concretamente ogni giorno quel mondo nuovo sognato da Dio per tutti i suoi figli, che si riconoscono finalmente fratelli.
Questa conversione, questa rivoluzione nella nostra mente è solo il primo passo, infatti segue l’invito: “credete nel Vangelo!” Pare impossibile in un mondo pieno di egoismo e di interessi privati credere alla favola vera dell’amore, credere che non vince chi ha successo, ma chi, come il chicco di grano, sa donare completamente la propria vita perché possa crescere una nuova spiga d’amore.
La proposta di Gesù esige persone, uomini e donne pienamente liberi. Gesù cammina lungo il lago di Gennèsaret e chiama, non si volge indietro per guardare la nostra risposta, forse ha paura che possiamo vedere nei suoi occhi amorevoli un sentore di giudizio, così Gesù continua nel suo cammino, ci indica la via e, se quei pescatori non l’avessero seguito subito, sarebbe ripassato come Giona sulle strade di Ninive, perché Dio non ha fretta e l’amore sa attendere l’amato!
In conclusione mi sembra importante fare una riflessione sulla vocazione: purtroppo troppe volte abbiamo relegato questo termine nell’ambito religioso, pensando che fosse riservato solo un particolare stile di vita a servizio di Dio come il prete, il frate, il monaco, la suora o la monaca. Non è così perché tutti noi siamo chiamati a vivere pienamente la nostra vocazione! Nella Lumen Gentium si afferma “È dunque evidente che tutti coloro che credono nel Cristo di qualsiasi stato o rango, sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità” (L.G. 40) e così commentò queste parole papa Francesco: “è proprio vivendo con amore e offrendo la propria testimonianza cristiana nelle occupazioni di ogni giorno che siamo chiamati a diventare santi. E ciascuno nelle condizioni e nello stato di vita in cui si trova. Ma tu sei consacrato, sei consacrata? Sii santo vivendo con gioia la tua donazione e il tuo ministero. Sei sposato? Sii santo amando e prendendoti cura di tuo marito o di tua moglie, come Cristo ha fatto con la Chiesa. [...]. Sei genitore o nonno? Sii santo insegnando con passione ai figli o ai nipoti a conoscere e a seguire Gesù. [...] Sei catechista, educatore o volontario? Sii santo diventando segno visibile dell’amore di Dio e della sua presenza accanto a noi. Ecco: ogni stato di vita porta alla santità, sempre! A casa tua, sulla strada, al lavoro, in Chiesa, in quel momento e nel tuo stato di vita è stata aperta la strada verso la santità. Non scoraggiatevi di andare su questa strada”.
La vocazione non è qualcosa di straordinario, non vuole stravolgere le nostre vite, ma ci chiede di vivere in modo straordinario perché è bello vivere il Vangelo! Chi incontra Gesù e il suo vangelo cambia la sua vita! Il vangelo trasforma tutta la nostra vita, mette in gioco tutte le nostre scelte e ci chiede una risposta consapevole, è una scelta decisiva per la vita, ma soprattutto sono convinto nonostante i miei limiti e le mie incoerenze che vivere il vangelo è proprio bello!
“Subito li chiamò” e “subito lasciarono le reti e lo seguirono”: il Dio di Gesù Cristo è il Dio del “tutto e subito” perché non c’è davvero tempo da perdere per amare, per incontrare chi dall’eternità ci ama, per vivere l’incredibile avventura di un cammino che conduce alla gioia e alla felicità!
Ecco allora il tempo opportuno per la nostra conversione, non possiamo aspettare il domani perché l’amore rimpiange sempre i momenti perduti: quante volte mi morderei le mani, pensando a quanto tempo ho perduto prima di conoscere mia moglie, a quanti giorni ho trascorso senza vivere pienamente la gioia di questo incontro che ha cambiato la mia vita. Così è la fede, non una tradizione, non una serie di insegnamenti, non comandamenti da seguire, ma un semplice, sconvolgente incontro d’amore!
L’incontro con il Signore esige un radicale cambiamento nello stile di vita, un rovesciamento completo nella propria scala di valori a partire dall’idea stessa di Dio perché solo così potremo entrare nel Regno di Dio. La conversione è come un terremoto che deve sconvolgere e modificarci, è stravolgere la nostra mente e di conseguenza il nostro modo di vivere.
La prima conversione parte dalla correzione di quell’immagine deformata di Dio che ci siamo fatti: Dio non è un dominatore che vuole essere servito, non è il legislatore che impone comandi e punisce chi trasgredisce i suoi ordini; Gesù ci mostra il volto di un Dio che è Padre misericordioso, che ci ama in modo incondizionato ed infinito, che ci sorregge nei momenti di difficoltà, che attende alla finestra della vita il nostro ritorno a casa, che rispetta la nostra libertà fino al punto di sedersi alle porte del nostro cuore attendendo il momento in cui gli apriremo le porte. Se rimaniamo legati all’immagine pagana di un Dio seduto sul suo trono in cielo, indifferente alla vita degli uomini che considera servi e non figli, non è possibile entrare nel suo regno, non è possibile aderire alla sua proposta che ci chiede in questo mondo di lupi di diventare agnelli destinati anche ad una brutta fine, ma pronti a farci servi dei nostri fratelli per amore!
A questa prima conversione ne seguirà certamente una seconda, una conversione morale per cambiare completamente la nostra vita, i valori che guidano le nostre scelte. Sono sempre più convinto che l’ateismo non esista: ognuno di noi ha il suo Dio che orienta e stabilisce tutte le nostre decisioni; Gesù è stato chiaro nella sua predicazione: Dio o mammona! (cfr. Lc 16,14 versione 1974)!
O sono pronto a seguire il Dio di Gesù Cristo o seguirò il Dio del potere, del denaro, del successo, della carriera, della forza e della violenza: non ci sono vie d’uscita. Se il mio Dio è il denaro allora tutto sarà considerato un mezzo per accumulare beni, se il mio Dio sarà il potere, tutto sarà visto in un’ottica che mi permette di vincere, dominare, opprimere l’altro, se il mio Dio sono “io” tutto sarà valutato nel mio egoistico interesse!
Convertirsi significa rovesciare la scala di valori del mondo vecchio dominato da una logica disumana ed egoistica per entrare nella logica di Dio ed essere uomini e donne nuovi capaci di amare, di donare la propria vita per amore, di costruire concretamente ogni giorno quel mondo nuovo sognato da Dio per tutti i suoi figli, che si riconoscono finalmente fratelli.
Questa conversione, questa rivoluzione nella nostra mente è solo il primo passo, infatti segue l’invito: “credete nel Vangelo!” Pare impossibile in un mondo pieno di egoismo e di interessi privati credere alla favola vera dell’amore, credere che non vince chi ha successo, ma chi, come il chicco di grano, sa donare completamente la propria vita perché possa crescere una nuova spiga d’amore.
La proposta di Gesù esige persone, uomini e donne pienamente liberi. Gesù cammina lungo il lago di Gennèsaret e chiama, non si volge indietro per guardare la nostra risposta, forse ha paura che possiamo vedere nei suoi occhi amorevoli un sentore di giudizio, così Gesù continua nel suo cammino, ci indica la via e, se quei pescatori non l’avessero seguito subito, sarebbe ripassato come Giona sulle strade di Ninive, perché Dio non ha fretta e l’amore sa attendere l’amato!
In conclusione mi sembra importante fare una riflessione sulla vocazione: purtroppo troppe volte abbiamo relegato questo termine nell’ambito religioso, pensando che fosse riservato solo un particolare stile di vita a servizio di Dio come il prete, il frate, il monaco, la suora o la monaca. Non è così perché tutti noi siamo chiamati a vivere pienamente la nostra vocazione! Nella Lumen Gentium si afferma “È dunque evidente che tutti coloro che credono nel Cristo di qualsiasi stato o rango, sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità” (L.G. 40) e così commentò queste parole papa Francesco: “è proprio vivendo con amore e offrendo la propria testimonianza cristiana nelle occupazioni di ogni giorno che siamo chiamati a diventare santi. E ciascuno nelle condizioni e nello stato di vita in cui si trova. Ma tu sei consacrato, sei consacrata? Sii santo vivendo con gioia la tua donazione e il tuo ministero. Sei sposato? Sii santo amando e prendendoti cura di tuo marito o di tua moglie, come Cristo ha fatto con la Chiesa. [...]. Sei genitore o nonno? Sii santo insegnando con passione ai figli o ai nipoti a conoscere e a seguire Gesù. [...] Sei catechista, educatore o volontario? Sii santo diventando segno visibile dell’amore di Dio e della sua presenza accanto a noi. Ecco: ogni stato di vita porta alla santità, sempre! A casa tua, sulla strada, al lavoro, in Chiesa, in quel momento e nel tuo stato di vita è stata aperta la strada verso la santità. Non scoraggiatevi di andare su questa strada”.
La vocazione non è qualcosa di straordinario, non vuole stravolgere le nostre vite, ma ci chiede di vivere in modo straordinario perché è bello vivere il Vangelo! Chi incontra Gesù e il suo vangelo cambia la sua vita! Il vangelo trasforma tutta la nostra vita, mette in gioco tutte le nostre scelte e ci chiede una risposta consapevole, è una scelta decisiva per la vita, ma soprattutto sono convinto nonostante i miei limiti e le mie incoerenze che vivere il vangelo è proprio bello!
Commento 21 gennaio 2018
Nel vangelo di questa domenica, Marco ci propone una sintesi estremamente efficace del messaggio cristiano; proviamo ad analizzarla:
“Il tempo è compiuto” è l’espressione di una urgenza; non c’è più tempo, la nostra vita, la mia vita è una sola, non posso buttarla via. È giunto il momento opportuno e favorevole per una scelta di campo che ormai non è più possibile rimandare; infatti “il regno di Dio è vicino”, quel Dio, che troppe volte sentiamo lontano si fa vicino a ciascuno di noi ed ora lo possiamo toccare, lo possiamo vedere.
Da questo annuncio consegue direttamente la risposta richiesta all’uomo: “convertitevi” ovvero si esige un radicale cambiamento nello stile di vita di ciascun uomo e donna, un rovesciamento completo nella propria scala di valori a partire dall’idea stessa di Dio.
Questa conversione, questa rivoluzione nella nostra mente è solo il primo passo, infatti segue l’invito: “credete nel Vangelo!” Pare impossibile in un mondo pieno di egoismo e di interessi privati credere alla favola vera dell’amore, credere che non vince chi ha successo, ma chi come il chicco di grano sa donare completamente la propria vita per amore e così possa crescere una nuova spiga d’amore.
La proposta di Gesù esige persone, uomini e donne che pienamente liberi possano vivere in questa logica, possano rendere concreto il progetto d’amore di Dio per l’uomo. Ed ecco la vocazione: purtroppo troppe volte abbiamo relegato questo termine nell’ambito religioso, pensando che vive la propria vocazione solo chi sceglie un particolare stile di vita come il presbitero, il frate, il monaco, la suora o la monaca. Non è così! Tutti noi siamo chiamati a vivere pienamente la nostra vocazione; scrissero i padri conciliari: “È dunque evidente che tutti coloro che credono nel Cristo di qualsiasi stato o rango, sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità” (L.G. 40) e così commentò queste parole papa Francesco: “è proprio vivendo con amore e offrendo la propria testimonianza cristiana nelle occupazioni di ogni giorno che siamo chiamati a diventare santi. E ciascuno nelle condizioni e nello stato di vita in cui si trova. Ma tu sei consacrato, sei consacrata? Sii santo vivendo con gioia la tua donazione e il tuo ministero. Sei sposato? Sii santo amando e prendendoti cura di tuo marito o di tua moglie, come Cristo ha fatto con la Chiesa. [...]. Sei genitore o nonno? Sii santo insegnando con passione ai figli o ai nipoti a conoscere e a seguire Gesù. [...] Sei catechista, educatore o volontario? Sii santo diventando segno visibile dell’amore di Dio e della sua presenza accanto a noi. Ecco: ogni stato di vita porta alla santità, sempre! A casa tua, sulla strada, al lavoro, in Chiesa, in quel momento e nel tuo stato di vita è stata aperta la strada verso la santità. Non scoraggiatevi di andare su questa strada”.
Gesù propone un nuovo modo di vivere, ma non vuole stravolgere le nostre vite: chi incontra Gesù e il suo vangelo cambia la sua vita, nel senso che la vita di ogni giorno, non è più vissuta seguendo le pulsioni dei nostri istinti, ma seguendo lo Spirito di Dio, quella forza nuova che Cristo ha introdotto nel mondo. In questo modo possiamo vivere secondo quella logica d’amore che per primo Cristo ha voluto vivere, donando tutto sé stesso.
Se siamo pescatori, la proposta di Dio ci chiede di diventare pescatori, se siamo impiegati, operai o insegnanti ci chiede di diventare impiegati, operai ed insegnanti però nella logica di Dio, se siamo mariti, mogli, genitori ci chiede di essere mariti, mogli e genitori come Dio vorrebbe; se siamo sacerdoti ci chiede di vivere il nostro servizio di sacerdoti come Gesù stesso ha vissuto il suo servizio. Non più pescatori per la morte (dei pesci), ma salvatori di quegli uomini che sono immersi nelle acque inquinate di un mondo che vive in una logica che impedisce una vita realmente umana.
Rispondere alla propria vocazione richiede innanzitutto di abbandonare le proprie reti, immagine di tutto ciò che ancora ci lega al nostro passato, alla vita di prima quando al primo posto nella nostra scala di valori c’erano soltanto i miei piccoli interessi, il mio egoismo e le mie inutili cose. Occorre lasciare il proprio padre, simbolo del proprio passato, delle proprie abitudini e delle proprie tradizioni morte nel loro senso originale; occorre lasciare anche i garzoni, poiché chi segue Cristo non ha più servi, gli uomini non sono più strumenti al mio servizio, ma fratelli da amare e con cui condividere un cammino verso la felicità.
Ma cosa ha convinto i primi discepoli? L’entusiasmante bellezza di una proposta, la fede non è l’adesione a qualcosa di irrazionale, non è un salto nel buio, è il sì dato ad una proposta che è stata valutata in tutta la sua ragionevolezza., Il vangelo trasforma tutta la nostra vita, mette in gioco tutte le nostre scelte e ci chiede una risposta consapevole, è una scelta decisiva per la vita, ma soprattutto vivere il vangelo è proprio bello!
Il vangelo ci racconta di quei quattro che hanno avuto il coraggio di rispondere positivamente alla chiamata di Gesù, ma quanti altri uomini e donne in quel giorno sul lago di Galilea avranno detto no a questo invito non lo sappiamo; sappiamo solo che quei 4 hanno trovato la strada per la realizzazione vera della loro vita, una vita spesa per amore l’unica al termine della quale possiamo dire che “È bello vivere per amore secondo il progetto di Dio!”
“Il tempo è compiuto” è l’espressione di una urgenza; non c’è più tempo, la nostra vita, la mia vita è una sola, non posso buttarla via. È giunto il momento opportuno e favorevole per una scelta di campo che ormai non è più possibile rimandare; infatti “il regno di Dio è vicino”, quel Dio, che troppe volte sentiamo lontano si fa vicino a ciascuno di noi ed ora lo possiamo toccare, lo possiamo vedere.
Da questo annuncio consegue direttamente la risposta richiesta all’uomo: “convertitevi” ovvero si esige un radicale cambiamento nello stile di vita di ciascun uomo e donna, un rovesciamento completo nella propria scala di valori a partire dall’idea stessa di Dio.
Questa conversione, questa rivoluzione nella nostra mente è solo il primo passo, infatti segue l’invito: “credete nel Vangelo!” Pare impossibile in un mondo pieno di egoismo e di interessi privati credere alla favola vera dell’amore, credere che non vince chi ha successo, ma chi come il chicco di grano sa donare completamente la propria vita per amore e così possa crescere una nuova spiga d’amore.
La proposta di Gesù esige persone, uomini e donne che pienamente liberi possano vivere in questa logica, possano rendere concreto il progetto d’amore di Dio per l’uomo. Ed ecco la vocazione: purtroppo troppe volte abbiamo relegato questo termine nell’ambito religioso, pensando che vive la propria vocazione solo chi sceglie un particolare stile di vita come il presbitero, il frate, il monaco, la suora o la monaca. Non è così! Tutti noi siamo chiamati a vivere pienamente la nostra vocazione; scrissero i padri conciliari: “È dunque evidente che tutti coloro che credono nel Cristo di qualsiasi stato o rango, sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità” (L.G. 40) e così commentò queste parole papa Francesco: “è proprio vivendo con amore e offrendo la propria testimonianza cristiana nelle occupazioni di ogni giorno che siamo chiamati a diventare santi. E ciascuno nelle condizioni e nello stato di vita in cui si trova. Ma tu sei consacrato, sei consacrata? Sii santo vivendo con gioia la tua donazione e il tuo ministero. Sei sposato? Sii santo amando e prendendoti cura di tuo marito o di tua moglie, come Cristo ha fatto con la Chiesa. [...]. Sei genitore o nonno? Sii santo insegnando con passione ai figli o ai nipoti a conoscere e a seguire Gesù. [...] Sei catechista, educatore o volontario? Sii santo diventando segno visibile dell’amore di Dio e della sua presenza accanto a noi. Ecco: ogni stato di vita porta alla santità, sempre! A casa tua, sulla strada, al lavoro, in Chiesa, in quel momento e nel tuo stato di vita è stata aperta la strada verso la santità. Non scoraggiatevi di andare su questa strada”.
Gesù propone un nuovo modo di vivere, ma non vuole stravolgere le nostre vite: chi incontra Gesù e il suo vangelo cambia la sua vita, nel senso che la vita di ogni giorno, non è più vissuta seguendo le pulsioni dei nostri istinti, ma seguendo lo Spirito di Dio, quella forza nuova che Cristo ha introdotto nel mondo. In questo modo possiamo vivere secondo quella logica d’amore che per primo Cristo ha voluto vivere, donando tutto sé stesso.
Se siamo pescatori, la proposta di Dio ci chiede di diventare pescatori, se siamo impiegati, operai o insegnanti ci chiede di diventare impiegati, operai ed insegnanti però nella logica di Dio, se siamo mariti, mogli, genitori ci chiede di essere mariti, mogli e genitori come Dio vorrebbe; se siamo sacerdoti ci chiede di vivere il nostro servizio di sacerdoti come Gesù stesso ha vissuto il suo servizio. Non più pescatori per la morte (dei pesci), ma salvatori di quegli uomini che sono immersi nelle acque inquinate di un mondo che vive in una logica che impedisce una vita realmente umana.
Rispondere alla propria vocazione richiede innanzitutto di abbandonare le proprie reti, immagine di tutto ciò che ancora ci lega al nostro passato, alla vita di prima quando al primo posto nella nostra scala di valori c’erano soltanto i miei piccoli interessi, il mio egoismo e le mie inutili cose. Occorre lasciare il proprio padre, simbolo del proprio passato, delle proprie abitudini e delle proprie tradizioni morte nel loro senso originale; occorre lasciare anche i garzoni, poiché chi segue Cristo non ha più servi, gli uomini non sono più strumenti al mio servizio, ma fratelli da amare e con cui condividere un cammino verso la felicità.
Ma cosa ha convinto i primi discepoli? L’entusiasmante bellezza di una proposta, la fede non è l’adesione a qualcosa di irrazionale, non è un salto nel buio, è il sì dato ad una proposta che è stata valutata in tutta la sua ragionevolezza., Il vangelo trasforma tutta la nostra vita, mette in gioco tutte le nostre scelte e ci chiede una risposta consapevole, è una scelta decisiva per la vita, ma soprattutto vivere il vangelo è proprio bello!
Il vangelo ci racconta di quei quattro che hanno avuto il coraggio di rispondere positivamente alla chiamata di Gesù, ma quanti altri uomini e donne in quel giorno sul lago di Galilea avranno detto no a questo invito non lo sappiamo; sappiamo solo che quei 4 hanno trovato la strada per la realizzazione vera della loro vita, una vita spesa per amore l’unica al termine della quale possiamo dire che “È bello vivere per amore secondo il progetto di Dio!”