XX domenica T.O. Anno C
Vangelo Lc 12, 49-57
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
Diceva ancora alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: Viene la pioggia, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade. Ipocriti! Sapete giudicare l'aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo? E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?».
Vangelo Lc 12, 49-57
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
Diceva ancora alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: Viene la pioggia, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade. Ipocriti! Sapete giudicare l'aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo? E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?».
Commento 14 agosto 2022
Al cuore del periodo che tradizionalmente dedichiamo alle meritate vacanze, per chi può, ci vengono incontro parole dure nel vangelo di oggi. Ad una prima e superficiale lettura ci si presenta un Gesù quasi furibondo, pronto a gettare un fuoco sulla terra, proteso ad annunciare come porterà nel mondo non la pace tanto desiderata ma la divisione. Se così fosse questo non sarebbe un vangelo, la buona notizia dell’amore infinito ed incondizionato di Dio!
Nella Bibbia l’immagine del fuoco indica la manifestazione di Dio che interviene nella storia dell’uomo (il roveto ardente in Es 3,2) ed è simbolo del giudizio di Dio che interviene per eliminare il male (Sodoma e Gomorra cfr. Gen 19,24); ora, però, serve ricordare come Gesù ci presenta un Dio che non viene per giudicare, ma per salvare per cui il giorno del giudizio altro non è che il giorno tanto atteso della salvezza.
È necessario una conversione del cuore che parta dal cancellare l’immagine blasfema del fuoco eterno dell’inferno, come quello invocato dai figli di Zebedeo sui Samaritani; lo stesso Gesù ha sempre rifiutato quell’immagine per indicarne un’altra: il fuoco tanto desiderato da Gesù è il fuoco del suo Spirito che purifica il cuore dell’uomo da ogni forma di male. È il fuoco che brucia la zizzania dai nostri cuori, che elimina la pula della nostra vita per raccogliere il grano buono e renderci capaci di aderire pienamente al progetto d’amore preparato per noi da Dio fin dalla creazione del mondo! È il fuoco dello Spirito, è il fuoco della Pentecoste che scalderà i nostri cuori! Allora ben venga e venga presto quel fuoco perché io possa diventare ciò che già sono nel sogno di Dio; venga il fuoco del Vangelo!
Il Vangelo non è qualcosa di tiepido, pieno di benevoli compromessi; il vangelo, se preso sul serio, spacca la vita e la stessa società a volte ad iniziare dalle nostre stesse famiglie, poiché chiama ad una conversione senza remore, richiede una adesione totale, annuncia l’immensa tenerezza del Padre e inaugura quel regno di Dio che è regno di amore e di misericordia.
Il primo conflitto lo sperimentiamo in noi stessi poiché il vangelo quello vero, crea inquietudini, getta all’aria la nostra vita tranquilla che si adatta a tutti i compromessi: la parola di Dio è una spada (Lc 2,35), quando uno si avvicina al vangelo ne resta segnato, penetra nell’intimo, sconvolge i criteri di valutazione, è sale sulle ferite della nostra vita, è olio di consolazione nelle nostre difficoltà.
Proprio per questo chi accoglie il Vangelo, lo abbiamo visto nelle scorse settimane, non può che modificare radicalmente il suo stile di vita e si trova in conflitto con una società che punta sul successo e sul denaro. Il vangelo è fuoco pronto a ridurre in cenere in un immenso rogo tutte le strutture ingiuste, le discriminazioni, la bramosia del denaro e del potere, la corruzione morale presenti in questo nostro mondo. Questa è la divisione di cui parla Gesù, divisione fra chi accoglie e chi rifiuta il mondo nuovo, divisione che può avvenire nelle stesse famiglie, poiché spazza via quella falsa pace fondata sul sopruso e la menzogna, divisione che diventa forza politica per una vera rivoluzione che spazzi via le ingiustizie presenti ancora in questo mondo malato.
È una pace falsa quella di chi ha imposto nella società i propri criteri di giustizia che non corrispondono alla giustizia di Dio ed il vangelo ribalta queste logiche che dominano nel campo economico e politico. È una pace falsa anche nella Chiesa se in essa continuano a persistere certe forme di falsa religione e di tradizioni, che, invece di favorire lo svilupparsi del vangelo, lo offuscano.
Non si tratta di eliminare le tradizioni e le devozioni, ma di andare al cuore del messaggio di Cristo: è sempre più chiaro ogni giorno che passa che non posso fare pellegrinaggi a Lourdes o Medjugorje, battermi per l’affermazione delle radici cristiane dell’Europa o per la realizzazione dei presepi nelle nostre case, o meglio ancora non posso pregare il Padre Nostro come Gesù mi ha insegnato se questa preghiera e la mia fede nella vita non trovano una loro realizzazione, anche politica, con un sentimento di fraternità universale che significa innanzitutto solidarietà e condivisione con i più poveri.
Occorre pertanto tenere vivo quel fuoco che Gesù ci ha donato! Sentiamo rivolte a ciascuno di noi le parole di sant’Ignazio di Loyola: “Andate, e incendiate il mondo!” Incendiari sì, ribelli per una rivoluzione d’amore!
Assunzione di Maria Lc 1,39-56 15/08/2022
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Si celebra oggi la solennità dell’Assunzione di Maria, nella quale la Chiesa gioisce per Maria, madre di Gesù e dei discepoli, che, per prima, vive l'esperienza della resurrezione del corpo. È questa una festa molto pericolosa perché porta con sé il rischio di considerare quella ragazza palestinese come la divina quarta persona della Trinità, relegandola in una delle tante edicole che troviamo sparse nelle nostre strade, invece Maria ci è donata come sorella e madre nostra nella fede poiché ha creduto nella Parola del suo Dio, serbando ogni cosa e meditandola nel suo cuore, ed oggi insegna a noi, tiepidi credenti, a gioire per l'ardire di Dio, per la follia dell'Assoluto, che affida il suo progetto d’amore ad una ragazzina e attraverso lei a tutti noi.
Il dogma proclamato da Pio XII (1/11/1950) afferma come al termine della sua vita terrena Maria “fu assunta nella gloria celeste in anima e corpo”, ma questo mistero non è privilegio riservato alla Madonna; Maria è presentata a tutti i credenti come modello eccelso e segno del destino che attende ogni uomo; infatti, io credo tutti saremo accolti nella totalità della nostra persona “nella gloria celeste” al termine del nostro pellegrinaggio sulla terra.
Maria è la guida che ci indica la strada che ci conduce verso la vetta della santità; così onorare Maria, madre di Dio e madre nostra vuol dire guardare a lei per vivere come lei, prendendola come esempio per riuscire ad imitarla nella sua fede, nella sua disponibilità, nel suo percorso interiore.
Maria sale dalla cugina Elisabetta per rendere grazie a Dio per il dono della maternità in una donna che tutti consideravano sterile ed Elisabetta le corre incontro riconoscendola beata, perché ha saputo dire il suo sì, ha saputo accogliere la proposta del suo Signore. Beata te Maria, figlia della nostra umanità, che hai creduto che Dio potesse diventare uno di noi e che dal suo ventre potesse nascere l’Assoluto! E beati noi, discepoli fragili e testimoni troppe volte incoerenti, se sapremo vivere la disponibilità nell’ascolto della voce di Dio. È tutto vero: Dio non si è stancato del suo popolo, Dio non ha abbandonato l’uomo, Dio è presente.
Allora la gioia può esplodere in quel canto straordinario, il “Magnificat”, canto di lode e di vittoria, canto della piccolezza di Dio, canto pieno di speranza che Maria intona per dar lode a questo Dio che salva l’umanità. Alziamo anche le nostre voci in questo canto, in cui viene magnificato il rovesciamento dei falsi valori che il mondo continuamente ci propone; annunciamo al mondo che Dio spiega la sua potenza per disperdere i superbi, per rovesciare i potenti ed innalzare gli umili. Siamo all’interno di quella rivoluzione del cuore che il Signore è venuto ad inaugurare e che “oggi” noi siamo chiamati a realizzare e vivere pienamente modificando radicalmente la nostra mente per vivere secondo la logica di Dio.
È proprio così Dio “ha spiegato la potenza (d’amore) del suo braccio” ed “ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia” ed allora anch’io posso gioire perché ho visto, un poco almeno, per le “grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente”!
Maria ci insegna a valutare la nostra vita non dai risultati personali conseguiti, ma dalla prospettiva di Dio, quella prospettiva immensa, che attraversa i secoli, che mi invita a superare il mio piccolo mondo per gioire delle cose che Dio compie nella storia. Maria Assunta è la prima tra noi discepoli che ce l'ha fatta, che ha raggiunto il cuore di Dio, la prima a vivere la gloria della resurrezione del corpo, ella ci incoraggia a seguirla, a fidarci di questo Dio dell'impossibile che ha fatto grandi cose in lei e che può fare grandi cose in noi, se lo lasciamo fare!
Nella Bibbia l’immagine del fuoco indica la manifestazione di Dio che interviene nella storia dell’uomo (il roveto ardente in Es 3,2) ed è simbolo del giudizio di Dio che interviene per eliminare il male (Sodoma e Gomorra cfr. Gen 19,24); ora, però, serve ricordare come Gesù ci presenta un Dio che non viene per giudicare, ma per salvare per cui il giorno del giudizio altro non è che il giorno tanto atteso della salvezza.
È necessario una conversione del cuore che parta dal cancellare l’immagine blasfema del fuoco eterno dell’inferno, come quello invocato dai figli di Zebedeo sui Samaritani; lo stesso Gesù ha sempre rifiutato quell’immagine per indicarne un’altra: il fuoco tanto desiderato da Gesù è il fuoco del suo Spirito che purifica il cuore dell’uomo da ogni forma di male. È il fuoco che brucia la zizzania dai nostri cuori, che elimina la pula della nostra vita per raccogliere il grano buono e renderci capaci di aderire pienamente al progetto d’amore preparato per noi da Dio fin dalla creazione del mondo! È il fuoco dello Spirito, è il fuoco della Pentecoste che scalderà i nostri cuori! Allora ben venga e venga presto quel fuoco perché io possa diventare ciò che già sono nel sogno di Dio; venga il fuoco del Vangelo!
Il Vangelo non è qualcosa di tiepido, pieno di benevoli compromessi; il vangelo, se preso sul serio, spacca la vita e la stessa società a volte ad iniziare dalle nostre stesse famiglie, poiché chiama ad una conversione senza remore, richiede una adesione totale, annuncia l’immensa tenerezza del Padre e inaugura quel regno di Dio che è regno di amore e di misericordia.
Il primo conflitto lo sperimentiamo in noi stessi poiché il vangelo quello vero, crea inquietudini, getta all’aria la nostra vita tranquilla che si adatta a tutti i compromessi: la parola di Dio è una spada (Lc 2,35), quando uno si avvicina al vangelo ne resta segnato, penetra nell’intimo, sconvolge i criteri di valutazione, è sale sulle ferite della nostra vita, è olio di consolazione nelle nostre difficoltà.
Proprio per questo chi accoglie il Vangelo, lo abbiamo visto nelle scorse settimane, non può che modificare radicalmente il suo stile di vita e si trova in conflitto con una società che punta sul successo e sul denaro. Il vangelo è fuoco pronto a ridurre in cenere in un immenso rogo tutte le strutture ingiuste, le discriminazioni, la bramosia del denaro e del potere, la corruzione morale presenti in questo nostro mondo. Questa è la divisione di cui parla Gesù, divisione fra chi accoglie e chi rifiuta il mondo nuovo, divisione che può avvenire nelle stesse famiglie, poiché spazza via quella falsa pace fondata sul sopruso e la menzogna, divisione che diventa forza politica per una vera rivoluzione che spazzi via le ingiustizie presenti ancora in questo mondo malato.
È una pace falsa quella di chi ha imposto nella società i propri criteri di giustizia che non corrispondono alla giustizia di Dio ed il vangelo ribalta queste logiche che dominano nel campo economico e politico. È una pace falsa anche nella Chiesa se in essa continuano a persistere certe forme di falsa religione e di tradizioni, che, invece di favorire lo svilupparsi del vangelo, lo offuscano.
Non si tratta di eliminare le tradizioni e le devozioni, ma di andare al cuore del messaggio di Cristo: è sempre più chiaro ogni giorno che passa che non posso fare pellegrinaggi a Lourdes o Medjugorje, battermi per l’affermazione delle radici cristiane dell’Europa o per la realizzazione dei presepi nelle nostre case, o meglio ancora non posso pregare il Padre Nostro come Gesù mi ha insegnato se questa preghiera e la mia fede nella vita non trovano una loro realizzazione, anche politica, con un sentimento di fraternità universale che significa innanzitutto solidarietà e condivisione con i più poveri.
Occorre pertanto tenere vivo quel fuoco che Gesù ci ha donato! Sentiamo rivolte a ciascuno di noi le parole di sant’Ignazio di Loyola: “Andate, e incendiate il mondo!” Incendiari sì, ribelli per una rivoluzione d’amore!
Assunzione di Maria Lc 1,39-56 15/08/2022
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Si celebra oggi la solennità dell’Assunzione di Maria, nella quale la Chiesa gioisce per Maria, madre di Gesù e dei discepoli, che, per prima, vive l'esperienza della resurrezione del corpo. È questa una festa molto pericolosa perché porta con sé il rischio di considerare quella ragazza palestinese come la divina quarta persona della Trinità, relegandola in una delle tante edicole che troviamo sparse nelle nostre strade, invece Maria ci è donata come sorella e madre nostra nella fede poiché ha creduto nella Parola del suo Dio, serbando ogni cosa e meditandola nel suo cuore, ed oggi insegna a noi, tiepidi credenti, a gioire per l'ardire di Dio, per la follia dell'Assoluto, che affida il suo progetto d’amore ad una ragazzina e attraverso lei a tutti noi.
Il dogma proclamato da Pio XII (1/11/1950) afferma come al termine della sua vita terrena Maria “fu assunta nella gloria celeste in anima e corpo”, ma questo mistero non è privilegio riservato alla Madonna; Maria è presentata a tutti i credenti come modello eccelso e segno del destino che attende ogni uomo; infatti, io credo tutti saremo accolti nella totalità della nostra persona “nella gloria celeste” al termine del nostro pellegrinaggio sulla terra.
Maria è la guida che ci indica la strada che ci conduce verso la vetta della santità; così onorare Maria, madre di Dio e madre nostra vuol dire guardare a lei per vivere come lei, prendendola come esempio per riuscire ad imitarla nella sua fede, nella sua disponibilità, nel suo percorso interiore.
Maria sale dalla cugina Elisabetta per rendere grazie a Dio per il dono della maternità in una donna che tutti consideravano sterile ed Elisabetta le corre incontro riconoscendola beata, perché ha saputo dire il suo sì, ha saputo accogliere la proposta del suo Signore. Beata te Maria, figlia della nostra umanità, che hai creduto che Dio potesse diventare uno di noi e che dal suo ventre potesse nascere l’Assoluto! E beati noi, discepoli fragili e testimoni troppe volte incoerenti, se sapremo vivere la disponibilità nell’ascolto della voce di Dio. È tutto vero: Dio non si è stancato del suo popolo, Dio non ha abbandonato l’uomo, Dio è presente.
Allora la gioia può esplodere in quel canto straordinario, il “Magnificat”, canto di lode e di vittoria, canto della piccolezza di Dio, canto pieno di speranza che Maria intona per dar lode a questo Dio che salva l’umanità. Alziamo anche le nostre voci in questo canto, in cui viene magnificato il rovesciamento dei falsi valori che il mondo continuamente ci propone; annunciamo al mondo che Dio spiega la sua potenza per disperdere i superbi, per rovesciare i potenti ed innalzare gli umili. Siamo all’interno di quella rivoluzione del cuore che il Signore è venuto ad inaugurare e che “oggi” noi siamo chiamati a realizzare e vivere pienamente modificando radicalmente la nostra mente per vivere secondo la logica di Dio.
È proprio così Dio “ha spiegato la potenza (d’amore) del suo braccio” ed “ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia” ed allora anch’io posso gioire perché ho visto, un poco almeno, per le “grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente”!
Maria ci insegna a valutare la nostra vita non dai risultati personali conseguiti, ma dalla prospettiva di Dio, quella prospettiva immensa, che attraversa i secoli, che mi invita a superare il mio piccolo mondo per gioire delle cose che Dio compie nella storia. Maria Assunta è la prima tra noi discepoli che ce l'ha fatta, che ha raggiunto il cuore di Dio, la prima a vivere la gloria della resurrezione del corpo, ella ci incoraggia a seguirla, a fidarci di questo Dio dell'impossibile che ha fatto grandi cose in lei e che può fare grandi cose in noi, se lo lasciamo fare!
Commento 18 agosto 2019
Ad una prima e superficiale lettura il vangelo di oggi propone un Gesù furibondo, arrabbiato, che con parole dure si dice pronto a gettare un fuoco sulla terra, che annuncia come porterà nel mondo non la pace tanto desiderata ma la divisione. Se così fosse questo non sarebbe vangelo! Vangelo è la buona notizia dell’amore infinito ed incondizionato di Dio.
La prima immagine è quella del fuoco: non occorre ricordare il mito di Prometeo per certificare come da sempre l’uomo abbia visto nel fuoco un elemento divino, così nella Bibbia il fuoco è manifestazione di Dio che interviene nella storia dell’uomo (il roveto ardente in Es 3,2). Il fuoco è simbolo del giudizio di Dio che interviene per eliminare il male (Sodoma e Gomorra cfr. Gen 19,24), ma attenzione Gesù ci presenta un Dio che non viene per giudicare, ma per salvare allora il giorno del giudizio non è altro che il giorno tanto atteso della salvezza.
Cancelliamo l’immagine blasfema del fuoco eterno dell’inferno, come quello invocato dai figli di Zebedeo sui Samaritani: Gesù rifiuta quel tipo di fuoco. Allora il fuoco tanto desiderato da Gesù è il fuoco del suo Spirito che purifica il cuore dell’uomo da ogni forma di male. È il fuoco che brucia la zizzania dai nostri cuori, che elimina la pula della nostra vita per raccogliere il grano buono e renderci capaci di aderire pienamente al progetto d’amore preparato per noi da Dio fin dalla creazione del mondo! È il fuoco dello Spirito, è il fuoco della Pentecoste che scalderà i nostri cuori! Allora venga presto quel fuoco perché io possa diventare ciò che già sono nel sogno di Dio; venga il fuoco del Vangelo!
Il Vangelo non è qualcosa di tiepido, pieno di benevoli compromessi; il vangelo, se preso sul serio, spacca la vita e la stessa società a volte ad iniziare dalle nostre stesse famiglie, poiché chiama ad una conversione senza remore, richiede una adesione totale, annuncia l’immensa tenerezza del Padre e inaugura quel regno di Dio che è regno di amore e di misericordia.
Il primo conflitto lo sperimentiamo in noi stessi poiché il vangelo quello vero, crea inquietudini, getta all’aria la nostra vita tranquilla che si adatta a tutti i compromessi: la parola di Dio è una spada (Lc 2,35), quando uno si avvicina al vangelo ne resta segnato, penetra nell’intimo, sconvolge i criteri di valutazione.
Proprio per questo chi accoglie il Vangelo, non può che modificare radicalmente il suo stile di vita e si trova in conflitto con una società che punta sul successo e sul denaro. Il vangelo è fuoco pronto a ridurre in un immenso rogo tutte le strutture ingiuste, le discriminazioni, la bramosia del denaro e del potere, la corruzione morale presenti in questo nostro mondo. Questa è la divisione di cui parla Gesù, divisione fra chi accoglie e chi rifiuta il mondo nuovo, divisione che può avvenire nelle stesse famiglie, poiché spazza via quella falsa pace fondata sul sopruso e la menzogna. Ma c’è una falsa pace anche nel mondo, la pace di chi ha imposto nella società i propri criteri di giustizia che non corrispondono alla giustizia di Dio ed il vangelo ribalta queste logiche che dominano nel campo economico e politico. Infine c’è una falsa pace anche nella Chiesa dove certe forme di falsa religione e di tradizioni invece di favorire lo svilupparsi del vangelo, lo offuscano. Non si tratta di eliminare le tradizioni e le devozioni, ma di andare al cuore del messaggio di Cristo: è sempre più chiaro ogni giorno che passa che non posso fare pellegrinaggi a Lourdes o Medjugorje, battermi per l’affermazione delle radici cristiane dell’Europa o per la realizzazione dei presepi nelle nostre case, o meglio ancora non posso pregare il Padre Nostro come Gesù mi ha insegnato se questa preghiera e la mia fede nella vita non trovano una loro realizzazione, anche politica, con un sentimento di fraternità universale che significa innanzitutto solidarietà e condivisione con i più poveri. Pertanto deve essere chiaro a me e a tutti che se sento un battezzato augurare la morte a qualcuno di questi disperati che bussano alle porte del nostro mondo ricco ed opulento per trovare una nuova possibilità di vita, ho il dovere di dirgli che non è cristiano al di là di quali possano essere le mie idee politiche sul problema migratorio.
Occorre pertanto tenere vivo quel fuoco che Gesù ci ha donato! Quando sant’Ignazio, fondatore dei Gesuiti, uomo innamorato di Dio, inviò i suoi dodici compagni ad annunciare il Vangelo fino agli estremi confini del mondo allora conosciuti, il giorno della loro partenza disse: “Andate, e incendiate il mondo”.
Incendiari sì, ma per una rivoluzione d’amore!
La prima immagine è quella del fuoco: non occorre ricordare il mito di Prometeo per certificare come da sempre l’uomo abbia visto nel fuoco un elemento divino, così nella Bibbia il fuoco è manifestazione di Dio che interviene nella storia dell’uomo (il roveto ardente in Es 3,2). Il fuoco è simbolo del giudizio di Dio che interviene per eliminare il male (Sodoma e Gomorra cfr. Gen 19,24), ma attenzione Gesù ci presenta un Dio che non viene per giudicare, ma per salvare allora il giorno del giudizio non è altro che il giorno tanto atteso della salvezza.
Cancelliamo l’immagine blasfema del fuoco eterno dell’inferno, come quello invocato dai figli di Zebedeo sui Samaritani: Gesù rifiuta quel tipo di fuoco. Allora il fuoco tanto desiderato da Gesù è il fuoco del suo Spirito che purifica il cuore dell’uomo da ogni forma di male. È il fuoco che brucia la zizzania dai nostri cuori, che elimina la pula della nostra vita per raccogliere il grano buono e renderci capaci di aderire pienamente al progetto d’amore preparato per noi da Dio fin dalla creazione del mondo! È il fuoco dello Spirito, è il fuoco della Pentecoste che scalderà i nostri cuori! Allora venga presto quel fuoco perché io possa diventare ciò che già sono nel sogno di Dio; venga il fuoco del Vangelo!
Il Vangelo non è qualcosa di tiepido, pieno di benevoli compromessi; il vangelo, se preso sul serio, spacca la vita e la stessa società a volte ad iniziare dalle nostre stesse famiglie, poiché chiama ad una conversione senza remore, richiede una adesione totale, annuncia l’immensa tenerezza del Padre e inaugura quel regno di Dio che è regno di amore e di misericordia.
Il primo conflitto lo sperimentiamo in noi stessi poiché il vangelo quello vero, crea inquietudini, getta all’aria la nostra vita tranquilla che si adatta a tutti i compromessi: la parola di Dio è una spada (Lc 2,35), quando uno si avvicina al vangelo ne resta segnato, penetra nell’intimo, sconvolge i criteri di valutazione.
Proprio per questo chi accoglie il Vangelo, non può che modificare radicalmente il suo stile di vita e si trova in conflitto con una società che punta sul successo e sul denaro. Il vangelo è fuoco pronto a ridurre in un immenso rogo tutte le strutture ingiuste, le discriminazioni, la bramosia del denaro e del potere, la corruzione morale presenti in questo nostro mondo. Questa è la divisione di cui parla Gesù, divisione fra chi accoglie e chi rifiuta il mondo nuovo, divisione che può avvenire nelle stesse famiglie, poiché spazza via quella falsa pace fondata sul sopruso e la menzogna. Ma c’è una falsa pace anche nel mondo, la pace di chi ha imposto nella società i propri criteri di giustizia che non corrispondono alla giustizia di Dio ed il vangelo ribalta queste logiche che dominano nel campo economico e politico. Infine c’è una falsa pace anche nella Chiesa dove certe forme di falsa religione e di tradizioni invece di favorire lo svilupparsi del vangelo, lo offuscano. Non si tratta di eliminare le tradizioni e le devozioni, ma di andare al cuore del messaggio di Cristo: è sempre più chiaro ogni giorno che passa che non posso fare pellegrinaggi a Lourdes o Medjugorje, battermi per l’affermazione delle radici cristiane dell’Europa o per la realizzazione dei presepi nelle nostre case, o meglio ancora non posso pregare il Padre Nostro come Gesù mi ha insegnato se questa preghiera e la mia fede nella vita non trovano una loro realizzazione, anche politica, con un sentimento di fraternità universale che significa innanzitutto solidarietà e condivisione con i più poveri. Pertanto deve essere chiaro a me e a tutti che se sento un battezzato augurare la morte a qualcuno di questi disperati che bussano alle porte del nostro mondo ricco ed opulento per trovare una nuova possibilità di vita, ho il dovere di dirgli che non è cristiano al di là di quali possano essere le mie idee politiche sul problema migratorio.
Occorre pertanto tenere vivo quel fuoco che Gesù ci ha donato! Quando sant’Ignazio, fondatore dei Gesuiti, uomo innamorato di Dio, inviò i suoi dodici compagni ad annunciare il Vangelo fino agli estremi confini del mondo allora conosciuti, il giorno della loro partenza disse: “Andate, e incendiate il mondo”.
Incendiari sì, ma per una rivoluzione d’amore!
Commento 14 agosto 2016
Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D'ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera». Diceva ancora alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: «Arriva la pioggia», e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: «Farà caldo», e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l'aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?
Ad una prima lettura il vangelo di oggi appare pieno di parole di rabbia; Gesù annuncia un fuoco ed annuncia che la sua persona porterà nel mondo non la pace tanto desiderata ma la divisione. Come accogliere dunque queste parole?
Innanzitutto andando a capirne il senso reale: il vangelo non è qualcosa di tiepido, pieno di benevoli compromessi; il vangelo, se preso sul serio, spacca la vita e spacca la società a volte ad iniziare dalle nostre stesse famiglie. Il vangelo chiama ad una conversione totale della nostra vita e richiede una adesione totale, poiché annuncia l’immensa tenerezza del Padre e inaugura quel regno di Dio che è regno di amore e di misericordia. Chi accetta questa proposta, non può non modificare radicalmente il suo stile di vita e trovarsi a nuotare controcorrente in una società che punta sul successo e sul denaro. Ecco il fuoco che brucia tutti i miei rapporti interpersonali che si fondavano su una visione utilitaristica della vita (“ti sono amico perché mi servi, mi sei di aiuto”); quello stesso fuoco purifica le mie amicizie, lasciando in piedi solo quelle fondate su un vero sentimento di amore e di aiuto reciproco; proprio quel fuoco potrà allontanarmi dalla mia famiglia che mi ha naturalmente generato per inserirmi in quella che spiritualmente mi farà crescere: quanti fratelli e sorelle nello spirito conoscono le vicende della mia vita più del mio fratello naturale; quante madri e quanto padri nello spirito mi hanno aiutato a crescere nella fede e nella vita forse più dei miei stessi genitori?
Nella seconda parte il rimprovero prosegue riguardo la nostra capacità di giudizio: se riusciamo a cogliere ciò che accadrà meteorologicamente dalle nubi che vediamo all’orizzonte o dalla direzione che assume il vento, come non giudicare ciò che è giusto? Chi ha nel cuore quel fuoco d’amore che il Signore ha voluto accendere in ognuno di noi, sa giudicare secondo quella logica di misericordia che rappresenta la giusta misura dell’eterna giustizia di Dio.
Ad una prima lettura il vangelo di oggi appare pieno di parole di rabbia; Gesù annuncia un fuoco ed annuncia che la sua persona porterà nel mondo non la pace tanto desiderata ma la divisione. Come accogliere dunque queste parole?
Innanzitutto andando a capirne il senso reale: il vangelo non è qualcosa di tiepido, pieno di benevoli compromessi; il vangelo, se preso sul serio, spacca la vita e spacca la società a volte ad iniziare dalle nostre stesse famiglie. Il vangelo chiama ad una conversione totale della nostra vita e richiede una adesione totale, poiché annuncia l’immensa tenerezza del Padre e inaugura quel regno di Dio che è regno di amore e di misericordia. Chi accetta questa proposta, non può non modificare radicalmente il suo stile di vita e trovarsi a nuotare controcorrente in una società che punta sul successo e sul denaro. Ecco il fuoco che brucia tutti i miei rapporti interpersonali che si fondavano su una visione utilitaristica della vita (“ti sono amico perché mi servi, mi sei di aiuto”); quello stesso fuoco purifica le mie amicizie, lasciando in piedi solo quelle fondate su un vero sentimento di amore e di aiuto reciproco; proprio quel fuoco potrà allontanarmi dalla mia famiglia che mi ha naturalmente generato per inserirmi in quella che spiritualmente mi farà crescere: quanti fratelli e sorelle nello spirito conoscono le vicende della mia vita più del mio fratello naturale; quante madri e quanto padri nello spirito mi hanno aiutato a crescere nella fede e nella vita forse più dei miei stessi genitori?
Nella seconda parte il rimprovero prosegue riguardo la nostra capacità di giudizio: se riusciamo a cogliere ciò che accadrà meteorologicamente dalle nubi che vediamo all’orizzonte o dalla direzione che assume il vento, come non giudicare ciò che è giusto? Chi ha nel cuore quel fuoco d’amore che il Signore ha voluto accendere in ognuno di noi, sa giudicare secondo quella logica di misericordia che rappresenta la giusta misura dell’eterna giustizia di Dio.